Il centrocampista del Catania Rosario Bucolo a Piacere Calcio Catania, trasmissione televisiva in onda su Ultima Tv, parla delle sensazioni vissute dentro e fuori dal campo da catanese. Tante curiosità nell’intervista speciale rilasciata da Bucolo. Ecco quanto evidenziato da “TuttoCalcioCatania.com”:
“Sensazioni bellissime a centrocampo, dove passa tutto. E’ la zona più faticosa, dove macini tanti chilometri e devi garantire equilibrio, spessore. Se il centrocampo non gira, difficilmente vinci. Giocando nella metà campo avversaria è tutto più facile, se scappi all’indietro vuol dire che qualcosa non va. In base alla partita devi regolarti. Sarebbe importante tenere più alto possibile il baricentro. Gli ostacoli ci sono sempre nel calcio. Soprattutto dove c’è più densità, bisogna essere rapidi e veloci per offendere e fare gol. Pietra lavica il mio soprannome? Rappresenta le nostre origini, Catania. La pietra lavica è scura e resistente come la mia barba. Io sento sempre il cuore battere quando scendo in campo, da catanese non è facile gestire le emozioni. Le ore di allenamento incidono tantissimo. Se ti alleni bene, sul rettangolo di gioco fai la differenza”.
“Cosa si avverte prima della partita? C’è un bel silenzio, non di paura ma di concentrazione. Rivivo magari i posti in cui ho trascorso del tempo con gli amici, i sacrifici fatti. Mi emoziono pensandoci. Mi godo l’atmosfera dello stadio, quest’anno poi respiro un’aria molto positiva. A chi ruberei il tiro in porta? A Di Grazia e Mazzarani, hanno un calcio pulito. Di Grazia calcia anche al volo, in movimento. Mazzarani ha realizzato gol veramente belli negli anni. Lodi, invece, lo vedo più pericoloso da fermo. Spero sempre che anch’io entri nel tabellino dei marcatori ma non è un pensiero fisso. Conta garantire il mio contributo alla causa, anche se gioco per un solo minuto di gioco. Dando sempre il cuore per la maglia rossoazzurra”.
“La lucidità è importante nel calcio. A volte mi è capitato di fare cavolate, il mio modo di vivere le gare mi porta spesso ad esagerare. Con l’età, magari, commetti meno errori da questo punto di vista. I viaggi in pullman? Capita che ti sdrai un pò. Cito in particolare un episodio. E’ successo che l’autista frenasse improvvisamente, io stavo dormendo e mi sono ritrovato sotto il sedile di un compagno. A quel punto ho detto, in catanese, “Mu mettu u cascu?”. L’autista poi si è scusato, ma è stato un episodio carino”.
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