Uno degli uomini simbolo della storia del Catania, l’ex centrocampista Damiano Morra, rilascia alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Studio Italia rispondendo alle domande di Igor Pagano, in collaborazione con Donato e Livio Giannotta di TuttoCalcioCatania.com. Lunga ed interessante intervista a commento del presente rossoazzurro ma anche focalizzando l’attenzione sul passato e qualche aneddotto:
Come valuti il cammino dei rossoazzurri nel girone d’andata?
“In attesa dell’esito della trasferta di Rende, devo dire che fino a questo momento il Catania ha effettuato un girone d’andata complessivamente positivo. Più di qualche punto è stato sicuramente lasciato per strada, al di là di alcuni errori arbitrali che hanno inevitabilmente finito per danneggiare gli etnei. Si sarebbe potuto raggiungere un numero maggiore di punti finendo, per lo meno, alla pari del Lecce. Adesso si aprirà la sessione invernale di calciomercato e il direttore interverrà in maniera oculata laddove occorre”.
Curiale sta facendo bene in attacco mentre Ripa segna poco, come te lo spieghi?
“Personalmente non riesco a comprendere questa mancanza di marcature da un attaccante come Ripa che li ha sempre fatti. Difficile da fuori giudicare. Nel complesso il Catania ha allestito una squadra all’altezza, con un ottimo portiere, una difesa solida, un buon centrocampo ed un reparto offensivo capace di coniugare velocità e fisicità. Purtroppo Ripa in questo momento non sta riuscendo, una buona volta per tutte, a sbloccarsi. Vedremo quali saranno le valutazioni in merito da parte di Lo Monaco, del tecnico, oltre che dello stesso Ripa. Di sicuro se vuoi vincere il campionato necessiti di un attaccante da doppia cifra. Quel tipo di giocatore che con un guizzo riesce a deciderti la partita”.
Un tuo giudizio sugli episodi arbitrali che danneggiano spesso il Catania…
“Vogliamo parlare del famoso gol annullato a Cantarutti? La questione è, sulla base dei miei ricordi, che non posso credere che si comportino così appositamente quando gioca il Catania. Certo, qualche errore di troppo c’è indubbiamente, però questo non deve mica passare come un alibi. E’ anche vero che gli ultimi episodi racchiudono la loro gravità, perché dopo aver preparato durante la settimana una partita e poi in gara ti vedi l’arbitro od un suo collaboratore assumere una decisione palesemente sbagliata, è logico che la cosa bruci. Al di là delle “questioni arbitrali”, il Catania possiede un organico all’altezza in grado di poter certamente competere per la vittoria del campionato. Tra l’altro il Catania dovrà proprio giocare a Lecce e qui ci saranno in palio dei punti assolutamente determinanti a gennaio. Proprio quella sarà una partita da vincere”.
Un tuo aneddoto sugli storici spareggi del Catania a Roma, non intrinsecamente legato alla partita ma relativo al clima che si respirava allora. Uno dei momenti più importanti della storia rossoazzurra…
“Quello era l’ottavo anno che vestivo la casacca rossoazzurra e, ricordando che allora non ci si chiamava tramite i moderni cellulari ma previa utilizzo dei gettoni, molti dei miei compagni di allora mi dicevano: “Damiano, senti un pò a Catania cosa dicono i tifosi, quanti saranno coloro che verranno!”. E io telefonando dicevo che sarebbero arrivati anche in 10000 unità ed i miei compagni mi dicevano di essere matto, ma come sarebbero potuti arrivare in così tanti per via degli 800 chilometri che intercorrono tra Catania e Roma?! Io feci ulteriori chiamate e mi dicevano che i numeri addirittura aumentassero e non volevano credermi! Poi, quando arrivammo allo stadio e vedemmo ciò che abbiamo visto, rimanemmo a dir poco esterrefatti… cioè quando si parla di Juventus, Inter o Milan i tifosi provengono da tutta Europa, ma in 40000 sono giunti dalla sola Catania! Io all’inizio ero con Ranieri e quella fu una cosa che non potrò mai e poi mai dimenticare. Poi, se posso aggiungere un ulteriore aneddoto, quando giungemmo all’aeroporto di Catania ricordo che ogni giocatore è dovuto rientrare a casa in taxi, anziché tutti in pullman, perché la folla della tifoseria che ci era venuta incontro era incontenibile. Cioè, una cosa che ha dell’inverosimile!”.
Damiano Morra, sposato con una donna catanese, è catanese di adozione, nonché il recordman di presenze in rossoazzurro. I tuoi figli, nati sempre ai piedi dell’Etna, ti domandano ancora del 1983? Che ricordi custodiscono del loro papà in veste di giocatore a Catania?
“Al tempo i miei figli erano ancora piccolini, adesso naturalmente sono cresciuti. Quando avevano 13-14 anni e raccontavo loro di tutte quelle volte in cui recandomi a Catania la gente, riconoscendomi, mi salutava ed era desiderosa di farsi delle foto insieme a me, loro stentavano a credermi. Succede con piacere ancora oggi tra l’altro. Un giorno ricordo che portai a Catania mio figlio il piccolo, allora aveva 16 anni, camminavamo credo per il Viale Mario Rapisardi e mi fermarono 2-3 persone che non conoscevo. Fu proprio in quel frangente che mio figlio si rese conto che tutti i miei racconti corrispondevano alla verità, che non esageravo, e che il suo papà non era mai stato dimenticato. Io ho assunto la decisione di vivere nelle Marche ma ci tengo a sottolineare, non certamente per piaggeria, che Catania per me è un qualcosa di unico, i cui ricordi li custodisco gelosamente ed anzi guai chi mi tocca la città di Catania! Sono veramente orgoglioso di poter dire che la gente catanese ancora custodisce di me un ricordo eccezionale”.
Dobbiamo anche ricordare il fatto che Damiano Morra ha vinto il campionato di serie C 1979-80 e la speranza è che quella stagione possa ripetersi quest’anno…
“Il campionato di terza serie, che adesso torna nuovamente a chiamarsi serie C, è tremendo da disputare ed il tifoso catanese deve saperlo. Vuoi per un motivo piuttosto che per un altro, i campi piccoli, i torti arbitrali o qualsiasi altra cosa che non procede come previsto. Noi impiegammo la bellezza di 3 anni prima di poter raggiungere la tanto agognata promozione. Non posso dimenticare quando perdemmo lo spareggio a Catanzaro contro la Nocerina, per non parlare di quanto successe a Pisa. Vidi allora dei tifosi catanesi piangere, un gruppo di tifosi nerazzurri che si recarono sotto il nostro albergo non facendoci dormire. Fummo svegliati ad intervalli, a partire dalla mezzanotte fino all’una, ci fecero scendere giù dal letto rompendo la vetrata. Non ci fecero vedere il campo per fare il riscaldamento prima della partita. Si tratta di un campionato ostico e, in tal senso, la trasferta di Rende non sarà certamente una passeggiata. Io a Rende ci ho giocato, anche con il Catania ed in quell’occasione la gara terminò 0-0. Il Catania, se davvero vuole vincere il campionato, dovrà uscirne indenne e vincere. Deve riuscire con tutti i mezzi, l’aiuto della tifoseria, a lasciarsi alle spalle questo campionato di serie C. A dire il vero gli starebbe stretta anche la serie B”.
Il gol più bello che ricordi?
“Anche se in tanti mi dicono che correvo come un indemoniato, a Perugia, nel contesto di una partita che alla fine perdemmo, un gol su rovesciata alla Cantarutti che ancor’oggi mi domando come riuscii a farlo. Ma il ricordo più bello che custodisco è legato a Catania-Arezzo perché quel giorno fu l’unica e sola occasione in cui furono presenti al vecchio “Cibali” tutti e due i miei genitori in Sicilia ed io realizzai un gol dai 30 metri. Anche a me riuscivano talvolta dei numeri dalla distanza, ancora con la Pistoiese, un gol all’Empoli al 90’ che fruttò un 1-0 in casa. Custodisco tante foto che ritraggono alcuni dei miei gol dalla distanza. Posso ancora raccontare di quando il nostro grande presidente Massimino si posizionava sempre alle spalle della porta ed un giorno disse proprio al portiere della Pistoiese che prima o poi Morra gli avrebbe fatto gol! Potrei davvero scrivere un libro intero per raccontare tutti gli aneddoti e le cose che mi sono capitate, sottolineo belle cose”.
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