“Dire ‘forza Catania’ è una sorta di contratto matrimoniale, una forma d’amore”. Così Giuseppe, fondatore del gruppo di tifosi “Liotrizzati” che segue costantemente le partite del Catania contribuendo a dare voce e colore alla Curva Sud dello stadio “Angelo Massimino”. La redazione di TuttoCalcioCatania.com ha avuto il piacere di realizzare un’intervista con lui per tastare l’umore dei tifosi e capire dove affondando le radici della passione autentica, genuina e sincera per il Catania.
Giuseppe, quando è nato il gruppo e con quali finalità?
“Il nostro gruppo è nato senza nessuna pretesa, con orgoglio e facendo conoscere la nostra realtà dopo i tanti anni di Serie A che hanno un pò imborghesito l’ambiente. Siamo attivi anche attraverso i canali social. Vogliamo trasmettere il messaggio di vivere il Catania con passione piena facendo in modo, nel nostro piccolo, di ripristinare lo storico urlo del ‘Massimino’ quando tutti gli avversari avevano il timore di giocare sotto l’Etna. Non siamo ultras per tanti motivi. Famiglia, lavoro ed impedimenti vari in primis. Volevamo darci un’identità. Non siamo un gruppo massiccio, contiamo non più di 10-15 persone. Però anni ed anni vissuti in Curva ci hanno spinto a dare supporto al tifo rossoazzurro attraverso un’impronta per così dire ‘moderata’. Siamo piazzati al secondo anello della Sud. Per quel poco che possiamo fare diamo voce ad una Curva, non per scelta ma per tradizione ed abitudine. Non abbiamo ancora un’organizzazione ben definita, nè legami particolari ma il dialogo c’è sempre stato con il gruppo di ultras della Sud. Purtroppo non possiamo partecipare alle trasferte causa lavoro, ma col cuore siamo sempre presenti”.
Come vivete il calcio e quale significato assume?
“Al ‘Massimino’ abbiamo mancato di assistere solo a Catania 3-1 Siracusa nella scorsa stagione per impedimenti vari. A noi poco importa della classifica, dei risultati, di disastri e quant’altro. Conta sentirci vivi, sempre sul pezzo ed a prescindere da tutto. Il gruppo è sorto dopo l’estate dei ‘Treni del Gol’. Noi siamo sempre stati vicini al Catania. Dai tempi di Catania-Gravina, in CND, oppure penso alla trasferta di Gangi. Non ci conoscevamo, poi abbiamo assemblato la storia comune con le nostre storie private. I ricordi indelebili sono innumerevoli. Potrei menzionare le sfide-salvezza con Roma o Chievo in Serie A. Il calcio è emozione, vita, incitamento sugli spalti, sgolare, realizzare coreografie e ci piace la creazione di quel binomio speciale squadra-tifosi. Il tifoso vive anche di certi gesti, vedi la recente esultanza del Catania sotto il Settore Ospiti di Siracusa. Un gesto che ha fatto tornare allo stadio tanta gente”.
Il Catania viene da annate molto difficili, ma si sta vivendo probabilmente un clima di risveglio del tifo rossoazzurro…
“Quando le cose non vanno per il verso giusto, sappiamo che il tifoso medio si deprime facilmente ed ha un umore mutevole. Però adesso si vive un periodo di risveglio all’interno del tifo. Il Palermo è primo classificato in B ma con uno stadio vuoto, a Catania invece si tifa incessantemente sia in Curva Nord che nella Sud, fatto che è difficile da riscontrare anche in stadi di Serie A. Questo significa sentire sulla propria pelle i colori rossoazzurri, al di là dei numerosi problemi che hanno attanagliato il Catania. In questi anni si è perso qualcosa, lo stadio latitava però lo zoccolo duro c’è sempre stato e, adesso, è tornato entusiasmo. Noi abbiamo voluto creare un’identità, sappiamo cosa diamo e perchè lo diamo”.
Parlando di calcio giocato, ti preoccupano le recenti sconfitte riportate?
“Se dopo sei vittorie consecutive ci sentivamo già in B, ora non possiamo piangerci addosso. I campionati non si vincono, o perdono, adesso ma a marzo-aprile. Il Lecce degli ultimi anni insegna. Le sconfitte portano rabbia ma ci fanno sentire vivi. Poco giustificabile, però, il ko di Reggio. Non mi è piaciuto l’atteggiamento. Nei primi 20′ abbiamo creato qualcosa come 8 palle gol limpidissime non sfruttate. Sembrava scontato vincere, invece nel secondo tempo la partita è finita al contrario. Inoltre Lucarelli ha effettuato pochi cambi, le responsabilità sono di tutti quando si vince o perde. Il gruppo, comunque, c’è. Abbiamo sistemato la difesa, anche se avevamo un pò di timore dopo l’addio di Bergamelli. Preoccupa un pò la tenuta atletica di qualche giocatore, vedi Ripa che ha saltato buona parte della preparazione con la squadra e la sta pagando in termini di freschezza e tonicità. Curiale, onestamente, è poco e mal servito. Si fa sentire molto in area, così come Ripa, ma non svengono sfruttate abbastanza le corsie esterne. Personalmente non avrei ceduto Pozzebon, a mio avviso molto forte per la categoria”.
La scorsa settimana si è fatto un gran parlare dello striscione esposto dai tifosi reggini contro il Catania. Gli ultras della Curva Sud amaranto difendono la loro posizione, tu cosa ne pensi?
“Mi viene da dire, poverini. Lo sfottò ci sta ma questa è una caduta di stile. Con tante coreografie che potevi utilizzare, hai usato la più becera. Sei caduto proprio in basso, tu che parli di stile. Ma poi, mi chiedo, come è entrato quello striscione? Sono un fumatore, a Catania non fanno entrare nemmeno l’accendino. Adesso dicono di avviare le indagini, mi sa di presa in giro. Anche il lancio di fumogeni in campo all’indirizzo di Pisseri è stato abbastanza infantile e pericoloso. Così fai passare il solo messaggio che vuoi fare vandalismo”.
A conclusione della lunga e piacevole chiacchierata, Giuseppe aggiunge: “Grazie infinitamente per l’opportunità di fare sentire la nostra voce, siete gentilissimi. Ci tengo a menzionare i componenti fondamentali del gruppo: io, Davide, Martino, Luca e Raffaele”.
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Grazie Peppino per la menzione… avanti Leotrizzati!
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