Riscatto doveva essere e così è stato. Bruciavano tanto, troppo le due sconfitte recentemente riportate dal Catania contro Sicula Leonzio e Reggina. Tre punti, nella sostanza, regalati ai bianconeri ed un ko, quello di Reggio, figlio dei tanti errori commessi sotto porta nel primo tempo e di un atteggiamento, nella ripresa, poco convincente.
Contro il Bisceglie, il Catania è ripartito dalla prima frazione di gioco disputata al “Granillo”. Con la differenza che, in questo caso, ha saputo concretizzare il volume di gioco espresso e capitalizzare le occasioni costruite. Il risultato? Due gol nel giro di pochi minuti e Catania in vantaggio per 3-0 all’intervallo. Rossoazzurri padroni del campo che non hanno mai subito l’iniziativa nerazzurra.
Il passaggio dal 3-5-2 al 4-3-3 con l’inserimento di Di Grazia al posto di Blondett (sfortunato il difensore, preferito ad Aya ma infortunatosi dopo i primi 4′) ha dato i frutti sperati. Consegnando a mister Lucarelli la certezza che questa squadra, cambiando pelle, può disorientare gli avversari risultando efficiente ed efficace. L’importanza di essere camaleontici. Buona prova del collettivo, ma Lucarelli non è rimasto colpito da un aspetto tutt’altro che trascurabile: il calo di tensione e la mancanza di continuità, sul piano dell’espressione del gioco, nell’arco dei 90 minuti.
Il Catania si è abbassato un pò nella ripresa subendo il 3-1 di Jovanovic e sfiorando il 3-2 con Azzi. Fortunatamente per la squadra dell’Elefante, la punta del Bisceglie ha colpito di testa debole e centrale. Altrimenti, paradossalmente, una gara dominata dal Catania sarebbe potuta cambiare in maniera radicale. Poi ci ha pensato Russotto a mettere la parola fine all’incontro, sfruttando una delle tante ingenuità difensive del Bisceglie. Si è rivisto, a tratti, un Catania autoritario e brillante ma bisogna migliorare sul piano della continuità. Mantenendo sempre elevato il livello di concentrazione, onde evitare spiacevoli sorprese.
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