Ospite presso gli studi televisivi di Corner, il Direttore Sportivo del Catania Cristian Argurio ripercorre brevemente la sua carriera per poi focalizzarsi sulla squadra rossoazzurra, alcuni giocatori in particolare e le prossime sfide con Cosenza ed Akragas. Queste le parole di Argurio evidenziate dalla nostra redazione:
“Il vero Direttore è Pietro Lo Monaco. Chiamatemi “umile Direttore” (sorride, ndr). Ci accomuna il fatto di avere lavorato a Udine, Catania e Messina. Lo Monaco fu uno dei primi a creare la possibilità di vedere tutti i campionati in Sala Video. Chi fa calcio conosce determinate tecnologie, sempre più all’avanguardia. Ho avuto la fortuna di lavorare come Capo degli Osservatori a Udine, una palestra importante lungo il mio percorso di crescita. Successivamente ho incontrato Gasparin, Carnevale prima dell’arrivo a Catania nel 2012/13, lavorando sempre come Capo degli Osservatori. Fino ad arrivare ai giorni nostri. Ho vissuto l’ottavo posto del Catania in Serie A, prelevando giocatori come Barisic, Petkovic, Bogdan e vissuto dall’interno l’Europa dell’Est, conoscendone il tessuto sociale. Non smetterò mai di essere grato alla società rossoazzurra. Ho fatto lavoro di scouting all’estero per la Juventus grazie al Catania”.
“Bogdan? Ha margini di miglioramento. Gli manca ancora qualcosina che acquisirà con noi. A mio avviso raggiungerà, in futuro, la Serie A. Lo scorso anno ha collezionato 8-9 presenze in B. Già nel 2012 lo vidi all’opera, ma aveva già firmato con il Red Salisburg. L’area tecnica del Catania lo ha blindato con tre anni di contratto. Bogdan sarà il presente e futuro del Catania. Noi abbiamo sempre creduto in lui. Ha una grandissima forza mentale e personalità, vanta una struttura fisica imponente e, nonostante questa, è anche rapido sul lungo. Sempre sul pezzo. Se sta facendo bene, il merito è anche del grande lavoro dei compagni di difesa, molto esperti e forti per la categoria. Così come dell’intero staff tecnico e medico, di mister Lucarelli, di Richard Vanigli che si occupa precisamente dei meccanismi difensivi, dei magazzinieri. Si vince tutti insieme. Quest’anno c’è un’alchimia particolare tra di noi, unità d’intenti, professionalità e compattezza che fanno ben sperare”.
“Juve Stabia-Catania? Sentivamo molto questa partita. Abbiamo faticato contro un avversario inferiore a noi ma che, in alcuni reparti, possiede delle buone individualità, inoltre giocare a Castellammare di Stabia non è mai facile. Nella ripresa la squadra si è proposta in maniera diversa, non abbiamo mai sofferto la Juve Stabia. Mancava il passo in più per pensare di vincere. I cambi ci hanno dato una mano. La fase difensiva è stata fatta benissimo, mentre là davanti non abbiamo avuto la cattiveria giusta. Nessuno ha sottolineato il rigore nettissimo su Semenzato, ci siamo arrabbiati tantissimo in quel momento. Era un penalty macroscopico. Poi Mazzarani ha segnato il gol della vittoria. C’è alla base un gruppo fantastico”.
“Mazzarani è un calciatore determinante, si è sempre fatto trovare pronto così come tutti gli altri compagni subentrati. Il Catania ha 24 titolari in rosa inclusi i giovani. Chiunque può determinare il risultato. Ripa ha giocato molto per la squadra a Castellammare, anche se non ha avuto occasioni importanti. Ripa e Curiale sono giocatori che hanno sempre segnato in questa categoria. Semenzato è in forte crescita. Pisseri rappresenta un crack. Anche Manneh e Rossetti dimostrano di avere grande personalità nonostante la giovane età. Russotto ha tanta qualità come nessun altro giocatore in C. Possiede grandi doti tecniche ma non mantiene con costanza la stessa concentrazione in partita. A volte, purtroppo, stacca un pò la spina. E’ anche molto generoso ma, in alcuni casi, effettua le giocate nei tempi sbagliati”.
“E’ difficile vincere in C. Anche le partite più facili, in realtà, non lo sono nel nostro girone che sta rispecchiando i valori. Il Trapani è lì con Catania e Lecce. Polemiche da Lecce? Sono primi classificati, si guardano le spalle, sentono il fiato sul collo vedendo un Catania di grande blasone e forza, probabilmente con una panchina più lunga. Il fatto che la nostra compagine non molli genera, magari, un pò di apprensione. Vedono Lo Monaco come una persona che, anche dal punto di vista mentale, li può mettere in difficoltà. Gli stringeremo la mano se saranno in grado di vincere tutte le gare. Non dimentichiamo di avere una partita in meno rispetto al Lecce. Ci sarà il momento in cui noi segneremo anche da fuori area, mentre i salentini lo faranno con minore frequenza. Ancora è lunga la stagione”.
“Crediamo molto in questi ragazzi. La nostra squadra è molto forte e competitiva. il lavoro di scouting continua a 360 gradi chiaramente, non ci fermiamo mai. Abbiamo in testa tante cose, consideriamo i nostri giocatori i più forti di tutti. Poi a gennaio ci saranno delle evoluzioni, fermo restando che non cambieremo più di tanto. Il Catania sta tornando ad essere società importante. L’acquisto di Mazzarani è stata la mia prima operazione di mercato a Udine, dandolo in prestito al Crotone. L’ho sempre seguito con attenzione negli anni. Quando nacque quest’opportunità ad ottobre 2016, ne abbiamo approfittato. Il ragazzo avrebbe potuto attendere altre offerte, ma ha preferito giocare in C piuttosto che in B”.
“Da Silva? Ha fatto delle scelte. Era a scadenza di contratto. Noi avevamo creduto in lui. Poi ha avuto poco spazio nella passata stagione e abbiamo deciso di farlo giocare a Messina. Quest’anno è rientrato alla base, il calciatore ha pensato di fare un passo in più. Lo abbiamo sollecitato spesso a rinnovare, ma ognuno può avere una propria idea in testa. Chi sta a a Catania deve essere stra-convinto di rimanere. Non che a lui non piacesse Catania, però magari aveva in mente altre situazioni”.
“Come spiegare le sconfitte con Sicula Leonzio e Reggina? Blackout mentale nel primo caso. A Reggio Calabria primo tempo di grande qualità dove potevamo portarci sullo 0-3. Abbiamo sprecato molte energie fisiche e mentali prima dell’intervallo, nel secondo tempo non siamo stati in campo con la stessa determinazione ed ecco arrivare la beffa di Bianchimano, buon giocatore, che si trovava al posto giusto al momento giusto sfruttando un errore difensivo. Gli episodi fanno la differenza”.
“Il Cosenza? Teniamo tanto alla Coppa Italia, assolutamente. E’ sfida secca, possiamo anche dare minutaggio a chi, finora, ha giocato meno sfruttando una grande opportunità. Il Cosenza vanta un organico da prime otto posizioni. Adesso stanno subendo qualcosa anche dal punto di vista mentale, probabilmente. L’Akragas? Non dobbiamo sottovalutare nessuno, ma sempre adottando un approccio consono”.
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