Poco tempo fa l’ex dirigente del Catania Fabrizio Ferrigno si è dimesso dall’incarico dirigenziale a Messina (era tornato in terra peloritana dopo l’esperienza di qualche anno prima, ndr), motivandone le ragioni attraverso le pagine de La Gazzetta del Sud:
“Avevo deciso di scendere in Serie D solo per l’amore che mi lega alla piazza di Messina. Ma non è stato possibile proseguire questa esperienza perché sono stati disattesi i propositi della proprietà. Avevo idee e programmi venuti meno nel tempo, il passo indietro è doloroso ma necessario. Le società sono aziende che devono portare risultati. Venuto non li aveva dalla sua parte e peraltro aveva ritrattato le proprie dimissioni dopo averle sbandierate al termine della sconfitta di Cittanova. Una società seria lo avrebbe esonerato subito, per questo mi sono mosso per voltare pagina e iniziare un nuovo capitolo. Ma la società non ha avuto la forza di cambiare e le incomprensioni sono lievitate nel tempo. Questa squadra andava ristrutturata. Subito e poi a dicembre. Avevo nomi, ma serviva il budget”.
“Fabio Sciacca e Fofana avrebbero firmato subito, altri a dicembre. Ma senza lo sforzo della società come avrei mai potuto rinforzare la squadra? Una squadra forte ma non da primato e piena di doppioni. La strada per rinforzarla c’era, il presidente ha pensato una cosa e ne ha fatta un’altra. Non vedevo organizzazione e programmazione e quindi il futuro. Speravo di aggiungere professionalità H24 e non part-time. Avevo chiesto una nuova sede, un segretario sempre disponibile, una visione più professionale di una società che si chiama Messina. Sciotto mi diede carta bianca, salvo poi ritrattare il tutto e ridimensionare il progetto. Ma lo ringrazio ugualmente. Lui, la dirigenza, i giocatori con i quali avevo stretto un grande rapporto. Resterò un grande tifoso del Messina. E chissà un giorno potrei anche tornare...”.
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