In estate ha compiuto 42 anni, decidendo di continuare a giocare. Grinta e passione autentiche per questo sport lo hanno indirizzato a sposare il progetto Biancavilla, contribuendo con la sua esperienza al bene della squadra. Davide Baiocco vanta una carriera importante, ha indossato anche le maglie di Catania e Siracusa facendosi apprezzare da entrambe le tifoserie. In vista dell’incontro di sabato sera al “De Simone”, TuttoCalcioCatania.com ha avuto il piacere di contattare telefonicamente il centrocampista perugino.
Come procedono le cose a Biancavilla?
“Siamo partiti bene, stiamo lavorando altrettanto bene. Si può crescere ancora tanto, abbiamo iniziato il cammino nel migliore dei modi ed è un aspetto importante questo. Si dice che chi ben comincia è a metà dell’opera…”.
Siracusa-Catania, gara dal sapore particolare. Come te l’aspetti?
“Sabato sera al ‘De Simone’ mi aspetto un derby bello tra due squadre in salute che hanno prodotto risultati importanti finora. I derby sono partite a sè dove non sempre si rispettano i valori di squadre che, magari, hanno un organico superiore come può essere quello del Catania. Ci sono delle dinamiche diverse per tanti motivi. C’è un’attenzione maggiore da parte di tutti, dei tifosi, dei giocatori che si sentono maggiormente responsabilizzati. Il derby è una gara dall’esito non scontato, a prescindere dalla differenza di valori in campo. Il Catania dovrà prestare molta attenzione a questa gara”.
Gli organi competenti hanno assunto la decisione di vietare la trasferta ai tifosi del Catania…
“E’ una sconfitta per tutti. I tifosi fanno parte di questo bellissimo sport, lo rendono più appassionante, colorito e vero. Se non riusciamo a trovare una soluzione e priviamo ad un innamorato della propria squadra di seguirla, rappresenta un grave fallimento del calcio italiano. Sarebbe giusto punire quei pochi elementi che sbagliano, senza generalizzare. Ci va di mezzo una tifoseria intera, magari per colpa di un piccolo gruppo di persone che non è neanche interessato a quel che accade in campo. Il derby perde di fascino. E’ un’essenza che viene a mancare”.
Davide, la tua passione per il calcio ti porta a non smettere di giocare. La benzina non manca. Stai valutando la possibilità di fare altro?
“Sono pronto ad occuparmi di altro all’interno del calcio. Per adesso non mi è mai capitata un’opportunità che mi prendesse così tanto. Ci sono state delle possibilità iniziali di allenare, ma mancavano determinati presupposti. Sto portando avanti un progetto di accademia di perfezionamento con un amico a Siracusa e faccio anche altre cose. Giocare è la mia vita, sto bene e lavoro ancora con intensità, però bisogna anche essere obiettivi e vedere cosa si può fare successivamente”.
Quali ricordi conservi delle piazze di Catania e Siracusa?
“Catania è stato un capitolo importante della mia vita, la prima esperienza siciliana che mi ha regalato emozioni incredibili, facendomi innamorare della Sicilia e sento questa terra come una seconda casa. I tifosi rossoazzurri mi hanno rispettato e rispettano ancora, come del resto la tifoseria del Siracusa. Ho ricevuto affetto da entrambe le parti e non è facile. A Siracusa mi hanno accolto pur avendo trascorsi da giocatore-simbolo del Catania. Hanno apprezzato la mia professionalità e dedizione, il mio attaccamento alla maglia. Ho dato tutto per queste squadre, non è semplice accomunare l’affetto di due tifoserie che non si vogliono particolarmente bene…”.
Prima esperienza da allenatore professionistico per Paolo Bianco, che tu hai conosciuto ai tempi di Catania…
“Sono molto contento che stia facendo molto bene a Siracusa. Lavora con una squadra che ha mantenuto un’ossatura importante se penso a gente come Catania, Turati, Scardina, Spinelli e Giordano. I numeri parlano a favore di Bianco, l’avvio di stagione aretuseo è incoraggiante. Gli auguro una brillante carriera”.
L’A.D. del Catania Lo Monaco ritiene che Bianco fosse già predisposto ad allenare quando giocava. Sei d’accordo?
“Pietro è in grado di vedere oltre. Inizialmente mi ha detto che non fossi all’altezza d’intraprendere la carriera di allenatore, poi vedendomi allenare in estate i bambini è rimasto favorevolmente impressionato. Magari persone che non sembrano predisposte a trasmettere i principi giusti ed insegnare calcio poi dimostrano di possedere le caratteristiche per farlo. Tra gli insospettabili penso a Roberto Stellone, che nelle vesti di allenatore ha stravolto il suo modo di vedere le cose. Ma è vero che ci sono calciatori con una predisposizione facilmente riscontrabile ad allenare. Proprio come Bianco”.
Si ringrazia Davide Baiocco per la gentile concessione dell’intervista.
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