L’assessore allo sport del comune etneo Valentina Scialfa aveva annunciato che oggi, venerdì 29 settembre, ci sarebbe stato un incontro con il Calcio Catania per risolvere la vicenda legata alla firma di un documento per la concessione e gestione dello stadio “Angelo Massimino”. Nella realtà dei fatti, non si è concretizzato alcun incontro ed il Catania non avrebbe ricevuto alcun invito ufficiale a presentarsi a Palazzo degli Elefanti. A questo punto cosa succederà, in vista di Catania-Monopoli? Il rischio di non giocare al “Massimino” è concreto, seguono aggiornamenti.
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La diatriba fra il Comune ed il Calcio Catania è divenuta una stucchevole farsa da avanspettacolo.
Da una parte qualche piccolo consiglieruzzo comunale che, atteggiandosi a novello don Chisciotte, vorrebbe imporre la sua (si fa per dire!) autorità anche contro la tifoseria catanese, fatta per la maggior parte da cittadini catanesi DOC, i quali si vedrebbero privati del piacere di tifare per i propri colori, che alla fin fine rappresentano pur sempre la città. Dalla stessa parte stanno il sindaco e l’assessora al ramo come novelli Sancho Panza.
La legalità, questa è la parola che riempie la bocca del consiglieruzzo, il quale, probabilmente non sarà mai più rieletto per questa sua voglia di protagonismo fuori luiogo, dannoso e forse anche fuori competenza: infatti la tItolarità spetterebbe al sindaco e per delega all’assesore al ramo.
Dall’altra parte il Calcio Catania in persona di Lo Monaco che vorrebbe forse la notifica a mezzo ufficiale giudiziario dell’invito a trattare la questione con l’amministrazione comunale per risolverla in maniera dignitosa e ci si augura definitiva.
E l’Italia intera ride, come spesso avviene nei confronti di Catania, per la dabbenaggine degli stessi rappresentanti della città e della omonima società calcistica
La si smetta una buona volta e si risolva subito, anzi “subitissimo” la questione, a meno che i signori amministratori non pensano di risolvere l’introito derivante al comune per la concessione dello stadio cedendoloo alla Sicula Leonzio, oppure destinandolo al gioco fra i figli ed i nipoti dei consiglieri comunali i quali se ne dovrebbero accollare l’onere.
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