“A Diego Simeone dicevo sempre di essere un grandissimo capitano non-giocatore che stesse studiando per diventare un grande allenatore. Il fatto che lui ricordi sempre Catania come l’esperienza più formativa della carriera, ci riempie di soddisfazione. Lucarelli deve avviarsi con lo stesso spirito. E’ stato un giocatore carismatico e può trasferire il carisma anche in qualità di allenatore. Chiaramente deve lavorare per migliorarsi ed aggiornarsi perchè questo è un nuovo mondo”. Parole rilasciate dall’Amministratore Delegato del Catania Pietro Lo Monaco un mese fa, che ricordano quelle pronunciate di recente quando Cristiano Lucarelli viene considerato uno studente, ribadendo l’accostamento al ‘Cholo’ Simeone.
Vero è che la dirigenza avrebbe preferito un approccio diverso, in Sala Stampa, al termine del match di Caserta. Ma l’allenatore livornese è giovane, la società crede nelle sue potenzialità e lo sta supportando in questo incerto avvio di stagione. E’ altrettanto vero che l’ex Messina non si sarebbe privato di Gladestony Da Silva, ma ha sempre affidato le chiavi del mercato alla dirigenza riconoscendo di fidarsi ciecamente delle strategie adottate dalla società. Non esiste alcun caso Lucarelli ed è opportuno sottolinearlo.
La sconfitta di Caserta ha creato, legittimamente, malumori all’interno della squadra. Adesso si avvicina il delicato confronto casalingo con il Lecce ed il Catania lo sta preparando con rinnovate motivazioni. Il ko maturato allo stadio “Pinto” può e deve rappresentare la giusta spinta per ripartire. Perché gli schiaffi, a volte, fanno bene ed offrono un’occasione di crescita. Idem per la tiratina d’orecchie di Lo Monaco a Lucarelli. Da non inquadrare come uno screzio tra le parti ma un utile incentivo nel processo di maturazione, come accaduto per ex allenatori del Catania affermatisi nel tempo. Simeone in primis.
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