“Ambro, Ambro, Ambro, Ambro-gol… Ambro gol… Ambro gooooool ooooh”. Un coro che spesso i tifosi dell’Elefante tributavano ad Alessandro Ambrosi. Ha vissuto solo mezza stagione in rossoazzurro, ma lasciando decisamente il segno a suon di gol e prestazioni d’alto livello. Era il campionato di Serie C1 2000-01, l’ex attaccante del Catania sfiorò la promozione in B e, successivamente, sarebbe stato entusiasta di proseguire l’avventura ai piedi dell’Etna ma il ritorno non si concretizzò. Il nostro Direttore, Livio Giannotta, lo ha contattato IN ESCLUSIVA per TuttoCalcioCatania.com.
Alessandro, dove ritieni possa arrivare questo Catania?
“Il Catania è una squadra molto attrezzata, farà benissimo. Una volta trovati i giusti equilibri non avrà difficoltà a recitare un ruolo da protagonista. A livello di organico e piazza lo ritengo superiore a Lecce e Trapani. Poi magari verrà fuori qualche sorpresa in campionato, adesso ad esempio il Monopoli è in testa alla classifica. Ma sicuramente il Catania se la giocherà fino in fondo per il primo posto”.
Arriva il Cosenza, ostacolo insidioso per il Catania…
“Ho affrontato tante volte il Cosenza in carriera, allora faceva campionati di rilievo in Serie B. Stiamo parlando di una piazza molto importante. Di sicuro non sarà una partita facile per i rossoazzurri. Il Cosenza ha qualche problema, viene da un periodo difficile ed ha cambiato la guida tecnica. Di solito le squadre che cambiano allenatore nell’immediato danno sempre qualcosa di più. Sarebbe stato meglio, magari, per il Catania che i cosentini cambiassero il tecnico in un altro momento ma non vedo condizionamenti particolari. Sarà il campo a parlare”.
In che misura può incidere il ‘fattore Massimino’?
“La spinta del ‘Massimino’ rappresenta l’arma in più del Catania. Qualora la squadra di Lucarelli si assestasse al vertice, ci sarebbe sempre il pienone allo stadio. Io ho avuto la fortuna di giocare anche tanti anni in B e d’indossare la maglia rossoazzurra. Ricordo il ‘Massimino’ sempre pieno e devo dire che ne ho visti pochi di stadi che sprigionassero l’energia tipica dell’impianto sportivo etneo”.
Col Catania hai sfiorato la promozione in B. Che ricordi hai di quell’esperienza?
“Ho giocato solo venti partite. Poi sono stato due anni lì lì per tornare. Non avere fatto ritorno a Catania è stato il mio più grande rimpianto, oltre alla mancata vittoria di quella finale Play Off con il Messina. Ricordo la gara d’andata, pareggiammo 1-1 in casa su una disattenzione nostra. Furono tanti gli episodi particolari. Se rigiocassimo 30mila volte quella partita, sono convinto che la vinceremmo facile”.
I tifosi ti ricordano ancora oggi con grande affetto…
“A me fa solo piacere essere ricordato come uno dei migliori attaccanti del Catania. E’ un onore. In quei sei mesi vissuti alle pendici dell’Etna, forse, i tifosi mi hanno apprezzato per avere fatto bene sia dal punto di vista realizzativo che dell’impegno. Penso di avere dato tanto al Catania. Si era creato davvero un bel connubio con l’ambiente, trovando l’alchimia giusta. Peccato non avere proseguito l’avventura catanese. In carriera ho fatto bene ovunque, tranne un anno ad Ancona per problemi societari ed a Cosenza per un infortunio”.
Ti è capitato di tornare a Catania dopo avere concluso l’avventura rossoazzurra?
“Da quando ho indossato la maglia del Catania non sono più tornato. Spero di farlo quanto prima. Se si organizzasse qualche evento particolare sarebbe veramente piacevole partecipare. Avere questi attestati di stima continui da parte della gente, considerando anche che sono trascorsi 16 anni, fa veramente molto piacere. Faccio un in bocca al lupo per il prosieguo del campionato”.
Si ringrazia Alessandro Ambrosi per la gentile concessione dell’intervista.
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