Nei giorni scorsi i calciatori del Messina, attraverso una nota, hanno manifestato tutte le loro preoccupazioni circa gli stipendi chiedendo risposte al Presidente di Lega Pro Gabriele Gravina, il quale si è espresso in questi termini tramite un comunicato ufficiale:
“Con riferimento alla lettera inviata dai calciatori dell’ACR Messina al quotidiano Gazzetta dello Sport ed alle varie interpretazioni circolate sugli organi di stampa, pur comprendendo l’amarezza e la delusione che ne sono alla base, mi corre l’obbligo evidenziare quanto segue per riportare la vicenda nell’alveo della realtà fattuale, a beneficio anche e soprattutto di una consapevole informazione degli stessi calciatori prima che degli addetti ai lavori.
Innanzitutto faccio presente che, appresa la volontà di incontrarmi da parte dei calciatori dell’ACR Messina – di cui non ho ricevuto alcuna comunicazione diretta – mi sono preoccupato spontaneamente di convocare per martedì prossimo 18 luglio l’AIC ed i rappresentanti delle squadre della Maceratese, del Messina e del Mantova, per un incontro specifico relativo alle problematiche connesse con l’esclusione dei rispettivi club al campionato di Serie C. Questo ad ulteriore conferma della responsabile attenzione con cui la Lega ha seguito e monitorato la situazione dei club non solo negli ultimi giorni, ma da diversi mesi di una genesi gestionale evidentemente travagliata, con numerosi cambi, nomine, dimissioni ed avvicendamenti.
Voglio ricordare ai calciatori del Messina che il club di cui erano alle dipendenze è una società dotata – per legge! – di autonomia gestionale e finanziaria e che la Lega non ha poteri “sostitutivi” rispetto agli obblighi in capo ad essa nel quadro del rapporto contrattuale, ma può solo operare a livello di “moral suasion” e, alle scadenze prefissate, a titolo di controllo unitamente ad altri organi federali.
Come dimostrano alcuni casi, concretizzatesi nei mesi di mia presidenza, compreso il MESSINA, laddove è stata allertata con le procedure federali previste, la Lega è intervenuta con tempismo e decisione nel quadro delle proprie limitate possibilità.
E’ giusto ricordare che, pure in presenza di lunga e pesante inadempienza contrattuale, i calciatori del Messina non hanno mai provveduto ad attivare alcuna delle procedure loro concesse dalle normative dell’Accordo Economico, negando di fatto la formalizzazione di tale stato di cose e, ancora peggio, negandosi una tutela dei propri interessi (e di quelli richiamati ad effetto delle proprie famiglie) rispetto alle mensilità da percepire.
E’ giusto ricordare che la “complicità” (del tutto inesistente e pretestuosa) che imputano al Presidente di Lega con i loro organi societari, va invece ascritta piuttosto a loro stessi, stante – in aggiunta alla mancata attivazione della procedura legale dinanzi al Collegio Arbitrale – la concordata formalizzazione di accordi di non meglio precisate “rinunce” a stipendi dovuti, non sappiamo se e fino a quanto concertati con l’AIC ma certamente del tutto sconosciuti dalla Lega.
E’ giusto ricordare che, legittimamente ma in maniera sorprendente, i calciatori hanno accettato senza alcuna rivendicazione formale l’imputazione di stipendi al bimestre gennaio-febbraio, pur in presenza della mancata corresponsione di quelli del bimestre precedente (sanzione di 2 punti a maggio e nuovo deferimento a giugno).
Nel richiamare tutti – calciatori ed organi di stampa – ad una maggiore attenzione nella trattazione di argomenti molto seri e ad una migliore informazione dello stato (anche normativo) dei fatti, ricordo da ultimo che i calciatori del Messina, così come quelli degli altri club coinvolti nella mancata iscrizione di questi giorni, avranno regolarmente accesso al Fondo di Garanzia che concederà loro copertura degli stipendi mancanti, grazie alle ricorse che la Lega destina a tale scopo, sia in via ordinaria che in via straordinaria come avvenuto nelle due ultime stagioni, proprio per concorrere ad una copertura pressochè integrale delle somme.
Rispetto a queste iniziative di rivendicazioni estemporanee e forse anche un tantino imprudenti, vorrei invece che non si dimenticasse che le vere “vittime” di questi fallimenti sportivi – purtroppo senza alcun fondo su cui rivalersi – sono altri. Penso ai dipendenti ed i collaboratori di questi club che con stipendi bassi e tanta disponibilità ne hanno costituito la spina dorsale e penso alla gran massa dei tifosi, che con generosità e passione, hanno partecipato ad un’avventura sportiva professionistica ora spezzata nel nulla“.
I giocatori del Messina hanno diramato un ulteriore comunicato, insistendo sul nodo stipendi:
“14 luglio, ore 19,01: finita la storiella, tutti i nodi vengono al pettine. Ripartiamo da gennaio 2017: la fideiussione doveva essere sostituita, la società era in alto mare, a marzo è arrivato Proto (tante belle parole ma i fatti? Meno che zero), e grazie alla Lega, che ha permesso che una società giocasse senza una fideiussione regolare, cosa gravissima. Questa “superficialità”, se così vogliamo chiamarla, fa sì che noi calciatori del Messina rischiamo di perdere sei dei nostri stipendi… Chi ce li pagherà senza fideiussione? La Lega?…Vogliamo risposte immediate, e chi ha sbagliato si assuma le proprio responsabilità e faccia chiarezza. Torniamo alla nostra società. Il signor Franco Proto parlava di restituire normalità…’Salvatevi e prenderete i vostri soldi’, ci disse dopo una sconfitta, e ci parlò di dignità… Dignità che secondo lui avevamo perso dopo la sconfitta contro il Melfi… Abbiamo perso forse noi la dignità dopo aver salvato da soli il Messina? Noi che in campo abbiamo messo anima e cuore per raggiungere quell’obiettivo che significava tranquillità per noi e le nostre famiglie? Senza percepire uno stipendio da tantissimo tempo? Senza che nessuna scadenza fosse stata rispettata abbiamo messo tutto per l’amore del nostro lavoro e della maglia che dovevamo difendere.
Salvezza raggiunta nonostante i punti di penalizzazione che ci sono stati inflitti, una parte per il mancato pagamento degli emolumenti della vecchia proprietà, e una parte per quelli che non ha pagato la nuova proprietà, nonostante le promesse mai mantenute (riferimento a Proto, Pitino e Manfredi). Tutti felici per la salvezza aspettiamo i nostri stipendi, ma il tempo passa e il silenzio è assordante, il 24 giugno la società ci chiama a Messina per la scadenza del 26 e ci chiede un grosso sacrificio economico, in modo da sistemare tutti i pagamenti; noi ancora una volta per l’amore del nostro lavoro e della città, e per portare qualcosa a casa, invece di far rischiare al club un fallimento come minacciava ogni volta la proprietà (in particolare Proto e Pitino) accettiamo le loro condizioni, ma niente: torniamo ancora una volta a casa con un pugno di mosche. Ci dicono che ci chiameranno e ci sistemeranno per i nuovi accordi presi… ma neanche questo basta. Passano i giorni e le scadenze si avvicinano, ma nulla ancora, nessuno si fa sentire… Passa la proroga del 4 luglio ma da parte loro ancora nessun segnale, nessuno si fa sentire… Nel frattempo le voci circolano e sembra che ogni giorno ci sia un problema diverso, ma alla fine dei conti capiamo che erano tutte scuse, era tutto già programmato, il classico fallimento pilotato dal duo Proto-Pitino.
Poi ieri, 14 luglio, ultima scadenza, la società ci chiama a poche ore dal fuori tempo massimo e ci chiede di fare un ulteriore sforzo per salvare la società, quindi avremmo dovuto rinunciare alla maggior parte delle mensilità, se non quasi a tutte. Da quando è arrivata, la nuova proprietà che decantava normalità e voleva far star bene i propri dipendenti non ha mai rispettato né noi calciatori e tanto meno qualsiasi tipo di scadenza. Nonostante la nostra disponibilità (tutti avremmo accettato questa ‘proposta’ per evitare il fallimento), arriva un altro problema: la fideiussione che Proto diceva di avere pronta da mesi e mesi, ennesima scusa… Quest’ultima scusa ammazza definitivamente il nostro sogno e il nostro miracolo sportivo compiuto sul campo… Questo sta a significare che era tutto pilotato e tutto era già scritto. Noi calciatori vogliamo delle risposte dalla Lega e dal presidente Gravina, che garantiva per Proto. E la Lega ci spieghi tutto… Ci auguriamo che questa gente venga radiata e che non possa più lavorare nell’ambito calcistico, nessuno escluso. I calciatori del Messina”.
Non si è fatta attendere la reazione del Direttore Sportivo Marcello Pitino, affidata ad un comunicato inviato alla redazione di TuttoMercatoWeb:
“Il citato articolo riporta una lettera che sarebbe stata scritta dai calciatori del Messina i quali, nel ricostruire le cause che avrebbero condotto alla mancata iscrizione dell’ACR Messina, attribuiscono responsabilità allo scrivente. A titolo esemplificativo, si cita l’affermazione: ‘Il classico fallimento pilotato dal duo Proto-Pitino’.
Tutte le accuse rivolte al sottoscritto, aventi ad oggetto condotte asseritamente finalizzate a eludere il pagamento degli emolumenti ai calciatori e/o alla mancata iscrizione al campionato, sono infondate, calunniose e diffamatorie.
Lo scrivente ha sempre agito nel pieno rispetto delle regole: a Messina ha svolto le mansioni di direttore sportivo a far data dal mese di marzo e sino al 30 giugno scorso, e non ha percepito gli emolumenti dovuti. Non rientrava, ovviamente, tra i doveri contrattuali di chi scrive onorare i contratti e, mistificando la realtà, il ruolo di direttore sportivo è stato strumentalmente confuso con quello della proprietà.
Ciò posto, avuto riguardo al grave danno alla reputazione cagionato, con riserva di agire in sede civile e penale per la tutela dei diritti lesi, si formula invito alla pubblicazione della presente nota, effettuando le necessarie rettifiche e precisazioni, dandone il giusto risalto, diffidando dal continuare nell’opera denigratoria e diffamatoria. Con espresso avvertimento che, in difetto, sarà intrapresa ogni azione conseguente e necessaria”.
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Il signore Gravina si dimetta la dimostri subito perché siete una massa di Buffoni ciao io sono tifoso del Messina calcio ciao Serafino
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