L’ex attaccante etneo Carlo Borghi, giocatore simbolo della storia del Calcio Catania avendo totalizzato oltre 150 presenze in rossoazzurro, è intervenuto telefonicamente ai microfoni di “Radio Studio Italia” nel corso della trasmissione diretta da Igor Pagano, in collaborazione con Donato e Livio Giannotta di TuttoCalcioCatania.com. Tanti gli argomenti dibattuti, a cominciare dall’importanza d’iniziare il campionato senza punti di penalizzazione, l’analisi della figura del tecnico Cristiano Lucarelli, passando per la scelta del luogo adibito per il ritiro ed analizzando la composizione dell’organico in vista del prossimo campionato di Serie C. Ecco le parole evidenziate IN ESCLUSIVA dalla nostra redazione ed il video dell’intervento di Borghi:
Il campionato tornerà ufficialmente a chiamarsi ‘Serie C’, categoria che ha visto in passato Carlo Borghi vincere indossando la casacca rossoazzurra. Un tuo giudizio su questo Catania…
“Finalmente quest’anno il Catania si accinge a disputare un campionato che non dovrà affrontare in salita. Perché sappiamo, anche in base a quanto visto negli anni precedenti, che i punti di penalità comportano inevitabilmente dei disagi, già a partire dalla fase di preparazione. Perché in tal caso è necessario approntare la stagione in modo tale da partire forte per poi tentare di recuperare l’handicap nel minor tempo possibile. Questo non avverrà. Speriamo che si possa rivelare l’anno buono, i presupposti ci sono tutti. Tra l’altro sembra essere ritornato un clima abbastanza sereno in società ed anche tra i tifosi, aspetto che definirei fondamentale. A questo punto spetta unicamente alla squadra riconquistare del tutto la tifoseria”.
Già da diversi anni il ritiro precampionato degli etnei viene effettuato a Torre del Grifo. Spesso si è dibattuto tra addetti ai lavori e non che potrebbe non trattarsi del luogo più adatto. Un ricordo dei tuoi ritiri, dove li svolgevate, se in montagna o comunque presso località situate ad un livello superiore ai 500-600 metri di quota…
“Noi abbiamo fatto i ritiri col Catania addirittura a Tarvisio, praticamente dall’altra parte del mondo, al confine con l’Austria! Però reputo che questo non sia un elemento di così grande importanza. Forse l’aspetto più rilevante era che durante le notti le temperature si abbassavano ulteriormente portando un gran bel fresco e, quindi, consentendo a noi tutti di riuscire a recuperare al meglio. Comunque credo che a Torre del Grifo si stia benissimo e che, di fatto, sia la meta più adatta. Poi, se l’allenatore ha dato il suo benestare, significa che non sussista alcuna problematica di sorta. Reputo che non sia indispensabile andare a disputare il ritiro presso località che superino la quota di 500-600 metri di altezza, anche 700, per effettuare una preparazione di 20 giorni perché poi, tanto, dovrai nuovamente ritornare giù avvertendo a maggior ragione il cambio di clima e, quindi, il gran caldo. Torre del Grifo è la meta ideale perché consente di abituarti al clima pian piano”.
Cristiano Lucarelli è il nuovo allenatore del Catania. Secondo te rappresenta la scelta più adatta che consentirà di disputare un campionato di vertice, oppure sarebbe stato meglio optare su un tecnico maggiormente navigato ed esperto?
“Contano sempre i risultati e questi dipendono anche dalla bravura e dal merito dell’allenatore. Però reputo che principalmente siano i giocatori a recitare il ruolo determinante. Lucarelli possiede in questo momento tra le mani, come diciamo dalle mie parti, una vera e propria patata bollente soprattutto perché la città di Catania ha vissuto recentemente degli anni per tanti motivi tribolati, registrando anche del disamore verso la squadra da parte dei tifosi. Catania, da ambiente particolare qual è, necessita di una guida tecnica dalla grossa personalità. Per quel poco che conosco di Lucarelli nelle vesti di allenatore, da giocatore so benissimo che possedeva una grandissima personalità e credo che se la porti dietro anche da tecnico. Sicuramente avrà bisogno di sostegno da parte della società ma, nel complesso, sono fiducioso nei confronti del mister”.
Secondo te, come sta venendo fuori questo Catania?
“A me sembra che sia stata effettuata una bella campagna acquisti, in cui sono stati prelevati degli ottimi giovani. Però guardo con particolare attenzione l’ingaggio di Lodi. Se recuperato pienamente dal punto di vista fisico penso che farà davvero la differenza. Dovrebbe essere stato creato quel giusto mix tra giovani ed elementi d’esperienza, aspetto importante per la costituzione di una rosa equilibrata e di valore. Naturalmente, da ex attaccante quale sono, guardo molto attentamente anche il reparto avanzato. Personalmente non conosco nella fattispecie i nomi, però lì davanti vedrei molto bene un attaccante d’esperienza”.
Prima facevi riferimento ad un giocatore come Lodi, ma in seno alla squadra, sia dentro che fuori dal campo, quale importanza rivestono i cosiddetti ‘giocatori simbolo’?
“Io penso che la campagna acquisti sia stata improntata proprio su quest’ottica, confermando i giocatori della precedente stagione meritevoli della riconferma, non snaturando del tutto la squadra alla base. In caso contrario si sarebbe senz’altro venuto a presentare il problema dell’amalgama, elemento particolarmente a cuore del nostro ‘Presidentissimo’ Angelo Massimino. Quindi la società, e nella fattispecie il Direttore, si è sentita in primis di confermare i giocatori d’esperienza, in virtù del fondamentale ruolo che esercitano anche in seno allo spogliatoio, ed affiancarli ad elementi giovani di talento, le cui qualità sono state dimostrate nella passata stagione. Ripeto, secondo me è stata allestita molto bene la rosa. Poi è pur sempre il campo a dire la verità in base ai risultati conseguiti. Perché può anche capitare di andare a prelevare un giocatore importante che ha disputato una stagione eccellente lo scorso anno e poi, magari perché non riesce ad ambientarsi, finisce col faticare sfoderando prestazioni anche ben al di sotto delle attese”.
Nell’arco della prossima stagione avremo il piacere di rivedere al ‘Massimino’ Carlo Borghi?
“Io spero di sì. Ogni anno, non appena mi si presenta l’occasione, scendo sempre molto volentieri a Catania, anche per rivedere i miei luoghi, i posti in cui sono stato. Quante volte, poi, sono ritornato nella città dell’Elefante ricevendo tante prove d’affetto dalla gente che, a quanto pare, non mi ha dimenticato. E questo mi fa tantissimo piacere!”.
Si ringrazia Carlo Borghi per la gentile concessione dell’intervista.
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