Dirigente accompagnatore ed un contributo importante alla causa del Catania, quello offerto da Agatino Ferlito che rilascia un’intervista molto interessante ai microfoni del sito ufficiale rossoazzurro:
“Come nasce l’avventura con il Catania? Casualmente. Sono stato presentato al Responsabile del Settore Giovanile Alessandro Failla e dopo una chiacchierata abbiamo scoperto di avere un passato in comune perché anche io, come lui, ho fatto parte di una società calcistica. Ho allenato gli esordienti della ‘Mads Viola’, chiudendo al 2° posto nel campionato provinciale. Abbiamo ricordato i vecchi tempi e, sviluppando il dialogo, abbiamo individuato una bella opportunità di collaborare: quella appena conclusa è stata la mia prima stagione al Calcio Catania, ad inizio anno c’è stata una riunione con gli altri dirigenti accompagnatori e sono entrato a far parte dell’Under 15 come dirigente addetto agli arbitri”.
“C’è il massimo rispetto con tutti. Alessandro Failla è una persona molto precisa, le parole che dice non sono mai causali. Dal canto mio, spero sia stato apprezzato l’impegno che ho messo, così come quello dei miei colleghi. Sono un pensionato del Ministero della Difesa, ero un sottoufficiale dell’esercito nel settore delle telecomunicazioni. Dal luglio del 2015 ho più tempo libero, per questa ragione ho deciso di impegnarmi nel mondo del calcio e mi è stato detto: “prova, vediamo come va”. Pensavo che la mia passione per il calcio fosse sparita ma si era solamente assopita, grazie ai ragazzi si è risvegliata, mi hanno fatto tornare l’entusiasmo di una volta. Spero di continuare con il Calcio Catania: se la dirigenza riterrà che il mio lavoro sia stato proficuo per la società, sarò lieto di vivere un’altra stagione in rossazzurro”.
“A quale episodio è legato il mio ricordo più bello? All’ultima gara della stagione, il ritorno contro il Parma è stato pieno di emozioni, sul 4-1 ci abbiamo creduto tutti ed al gol un ragazzo mi ha abbracciato. Questo è sinonimo di fiducia, vuol dire che si è instaurato un bel rapporto sia con il mister che con i ragazzi, sono episodi che rimangono impressi nella mente e nel cuore.Questo è il mio primo anno, ho cominciato a conoscerli ma in pochi mesi non si può sapere tutto sul loro carattere, ho cercato di inquadrarli così da poter modulare il rapporto diversamente in base alla tipologia della persona ed ho visto che c’è sempre stato rispetto. Anche nella mia vita professionale non ho mai alzato la voce, mi sono sempre fatto rispettare con l’esempio, la cosa più importante è dare l’esempio. Dovendo chiedere a qualcuno di fare qualcosa prima la faccio io, perchè non voglio imporre, non è la strada giusta”.
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