Presentata a Torre del Grifo la sesta edizione del volume “La Giovane Italia”, almanacco dedicato ai giovani più promettenti nel panorama calcistico nazionale. Sono intervenuti l’autore Paolo Ghisoni, il Responsabile del Settore Giovanile del Catania Alessandro Failla ed il tecnico della Berretti rossoazzurra Giovanni Pulvirenti. Ecco le parole evidenziate da TuttoCalcioCatania.com:
FAILLA: “Il nostro è un compito delicato. E’ necessario che i ragazzi acquisiscano personalità ed una precisa identità, che sappiano pensare e decidere. Contiamo anche sul supporto della stampa nei confronti dei giovani. Contano prima di tutto l’uomo e la testa, dopo il calciatore. Abbiamo messo a disposizione dell’almanacco un lavoro importante. Oggi mi rendo conto che i ragazzi sono cambiati, il mondo è diverso, viviamo una generazione nuova”.
PAOLO GHISONI: “I ragazzi devono andare oltre la cultura del risultato, a prescindere dal risultato. In Italia abbiamo una cultura distorta. Ad esempio che senso ha, per i giornalisti, attribuire voti a giovani che non hanno mai giocato in Serie A? Molte volte non si conoscono le realtà interiori dei ragazzi, i quali si scoraggiano e perdono motivazioni. Trascorrere una giornata intera con il settore giovanile è un’esperienza che ti arricchisce dentro. Personalmente riscontro numerose problematiche. Stiamo implementando nel nostro progetto, iniziato nel 2011, un database completo e dettagliato per i settori giovanili di ogni club che aderiscono alla nostra iniziativa. Siamo l’unica realtà che parla di giovani italiani. C’è un processo lungo nell’ambito della formazione di un giovane calciatore. Io ho avuto la fortuna di conoscere Ezio Glerean, ottimo allenatore che ha scritto un libro: “Il Calcio e l’isola che non c’è”. E’ un nostro manifesto. Il calcio deve ripartire dal recupero della gioia di giocare al pallone da parte dei giovani; dal recupero del rapporto con il territorio, con le famiglie, con gli amministratori locali e con le società sportive. Adesso i ragazzi, per egoismo dei genitori, non vanno più a giocare all’oratorio andando direttamente presso la scuola calcio e creando delle aspettative senza filtri. In Italia si è influenzati spesso dai genitori, inoltre è più una provocazione la presenza di tanti stranieri. Se club come Catania e Palermo riunissero i calciatori cresciuti un pò di tempo fa nel proprio settore giovanile, la gente tornerebbe allo stadio perchè vedrebbe affiliazione e senso di appartenenza. C’è tanto da lavorare nella ricerca dei giovani talenti Under 19 maschili e femminili, a partire dalla Lega Pro. Poche realtà italiane vantano la struttura e la cultura del settore giovanile esistente a Catania”.
GIOVANNI PULVIRENTI: “Da oltre dieci anni lavoro nel settore giovanile, mi confronto quotidianamente con il direttore Failla rappresentano l’idea della società. Più di 30 ragazzi cresciuti alle pendici dell’Etna hanno raggiunto il professionismo, motivo d’orgoglio e valore importante per me. S’impara sempre qualcosa ogni giorno. E’ essenziale non essere superficiali. Diventa facile giudicare a certi livelli. La nostra missione è quella di avere grandissimo potere di analisi, riuscendo a capire fino in fondo anche se esistono problematiche all’interno del ragazzo. Il settore giovanile è un mondo fatto di particolari, un’esperienza che ti porti dentro e fa vedere le cose in maniera diversa”.
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