Lo speaker radiofonico catanese Piero Armenio è intervenuto telefonicamente, su “Universo RossoAzzurro”, rispondendo alle domande formulate da Igor Pagano in collaborazione con Donato e Livio Giannotta di TuttoCalcioCatania.com.
Di seguito riportato l’estratto testuale ed audio dell’intervento telefonico:
Piero, un tuo pensiero circa il momento vissuto in casa Catania e le prospettive in chiave playoff…
“Il calendario delle ultime sette partite che i rossoazzurri dovranno affrontare per chiudere la stagione regolare non è certamente tra i più agevoli. Fino ad un mese e mezzo fa si poteva pensare che partite ad esempio contro il Taranto, il Melfi o la Paganese sarebbero state decisamente abbordabili. Non dico da 9 punti sicuri ma, per lo meno, sette. Invece sono valse non più di un misero punticino e questo ha, ovviamente, creato grossi problemi. Adesso, alla luce di quanto avvenuto ed in prospettiva del calendario che attende il Catania, c’è molta preoccupazione. Però occorre dire che il Catania è rimasto ad un solo punto di distacco, anche in virtù della recente penalizzazione subita dalla Paganese. Il destino sembra attendere il Catania ai playoff, nonostante il fatto che l’accesso possa provenire dall’ultima posizione della griglia disponibile. Personalmente non condivido l’opinione diffusa presso una buona parte di tifosi secondo cui sarebbe addirittura meglio augurarsi per il Catania il mancato accesso al carro playoff. Io sono dell’idea che, in ogni caso, è meglio fare di tutto per arrivarci”.
I playoff, pur sempre rappresentando un terno al lotto, danno l’opportunità ad una squadra di salire di categoria. Non accedervi, specialmente per una piazza come Catania, sarebbe una bestemmia…
“Sono perfettamente d’accordo. Ma, pur sempre trattandosi di un terno al lotto, ti fa anche capire che non per forza debba vincere la squadra che nel corso della stagione regolare abbia fatto meglio. Insomma, compagini come Lecce oppure Parma che giungono ai playoff, non è che abbiamo garantite automaticamente la finale. Anche se tutti si immaginano, in considerazione del valore degli organici e del prestigio dei club in questione, che la finale sarà proprio tra queste formazioni. Non dimentichiamoci, tanto per citare un esempio, quanto riuscì a realizzare il Como 2 stagioni addietro: una squadra che, pur avendo avuto problemi in quel campionato dato che andava meglio in trasferta e malissimo in casa, riuscì a centrare pienamente la promozione.
Aggiungo una mia ulteriore considerazione: già il semplice accesso ai playoff, senza magari arrivare alla finale, passando il primo od il secondo turno, rappresenta pur sempre l’acquisizione di un risultato sportivo da registrare in previsione della prossima stagione. Anche per gettare le basi di una ripartenza più serena e, comunque, per il semplice fatto di poter dire di averci almeno provato. La formula che articola gli attuali playoff li rende una sorta di ‘campionato dentro il campionato’, dovendosi disputare numerosi turni. Veramente dei regolamenti incredibili”.
In casa Catania andrebbero analizzate singolarmente ed oculatamente le relative problematiche che potremmo suddividere in 3 principali categorie: il gioco espresso dalla squadra, il clima che vivono i calciatori e poi il capitolo riguardante la società. Quale tra questi, secondo te, l’aspetto che più di tutti ha influito negativamente?
“Secondo me, in questo momento l’elemento che incide maggiormente è quello societario. Reputo che Pietro Lo Monaco, tramite le conferenze stampa tenute alcune settimane addietro, abbia fatto impaurire in linea generale l’ambiente. Sentirsi dire frasi del tipo “Andiamo a Lisbona coi fazzoletti”, relativamente alla vicenda Rinaudo, non solo ha suscitato dei timori nei confronti della tifoseria ma, probabilmente, si è rivelato un messaggio poco simpatico verso gli stessi calciatori. Quando il Catania non disponeva ancora di Torre del Grifo, molti anni fa, la società si trovava da una parte, mentre gli allenamenti si svolgevano in un’altra. Per cui, quando tu giocatore andavi ad allenarti pensavi solo ed esclusivamente all’allenamento in sè; oggi, invece, io sfido quale giocatore possa concentrarsi solo ed esclusivamente alle vicende di campo quando va ad allenarsi presso la struttura di ‘Torre del Grifo’ e sa che di fronte c’è la sede organizzativa presso cui i dirigenti stanno lavorando per risolvere i problemi societari. Ecco, ritengo proprio che una situazione, cosiddetta, di non tranquillità societaria possa risultare deleteria nei confronti di una squadra”.
Cosa pensi della condizione atletica che attraversa la squadra? E’ un aspetto che in questa fase del campionato potrebbe forse incidere più di altri…
“Questo è un altro elemento da tenere in buona considerazione, perché per esempio il Catania visto a Pagani è apparso praticamente sulle gambe dopo avere subito il 2-1. A quel punto esisteva ancora la possibilità di rimediare ma, a conti fatti, non è poi stato prodotto alcunchè. Questa problematica però non può riguardare solamente il Catania. Cioè, su 20 squadre non possiamo pensare che unicamente il Catania possa risentire di problemi di rendimento atletico! E voglio anche ricordare che da adesso alla disputa dei playoff c’è tutto il tempo per riuscire a recuperare, almeno in parte, la condizione. Magari disponendo la squadra tatticamente in modo da non disperdere un quantitativo eccessivo di energie. Ed in tal senso voglio essere ottimista, secondo me mister Giovanni Pulvirenti sta cercando di compiere questa piccola metamorfosi che possa così permettere alla squadra di non disperdere troppo fiato e poter arrivare, dunque, in una condizione se non ottimale, per lo meno decente per disputare i playoff”.
ESTRATTO AUDIO:
Si ringrazia Piero Armenio per la gentile concessione dell’intervista.
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