Venerdì 7 aprile è intervenuto telefonicamente ai microfoni di Radio Studio Italia, nel corso della trasmissione condotta da Igor Pagano in collaborazione con Donato e Livio Giannotta di TuttoCalcioCatania.com, l’ex ‘Ministro della Difesa’ Lorenzo Stovini, oggi Direttore Sportivo di una società di calcio dilettantistica, l’U.S.D. Casellina.
L’ex centrale difensivo etneo si è soffermato in particolare sulle seguenti tematiche: le vicende calcistiche in casa Catania, a partire dalla recente serie di sconfitte maturate fino al ritorno all’agognata vittoria contro il Francavilla; le prospettive in chiave playoff da parte della squadra di mister Giovanni Pulvirenti; le possibilità di risanamento del calcio italiano.
Di seguito riportati gli estratti, sia testuali che audio, dell’intervento di Lorenzo Stovini:
Lorenzo, le migliori quattro formazioni disputeranno la parte finale dei playoff nella tua città, Firenze. Ci auguriamo di poterti venire a trovare in quell’occasione…
“In tal caso sarò presente assolutamente! Stiamo un pò a vedere come evolveranno le varie situazioni, intanto il Catania ha ottenuto un’importante vittoria contro il Francavilla. Naturalmente manca ancora qualcosa per perfezionare la squadra, l’imperativo attuale è centrare i Play Off. Reputo che concretamente la squadra possa riuscire a raggiungere l’obiettivo”.
Adesso lo sprint finale del campionato in cui gli etnei si accingono ad affrontare 5 delicate sfide, di cui 3 in trasferta. Secondo te il Catania si trova nelle condizioni migliori per affrontare il rush finale?
“Sicuramente il passaggio a vuoto delle 5 sconfitte consecutive potrebbe pesare ma ribadisco che la squadra possiede tutte le carte in regola per conquistare i Play Off. Sicuramente se la giocherà fino alla fine, considerando anche che ora ogni singolo errore può davvero rivelarsi determinante”.
Ti è mai capitato di disputare i playoff o gli spareggi salvezza?
“Con l’Empoli ho disputato gli spareggi per evitare la retrocessione, contro il Vicenza furono dei playout davvero al cardiopalma! Per quanto riguarda i Play Off, invece, non li ho mai giocati. Ai miei tempi esisteva la promozione diretta”.
In base alla tua esperienza, in quale modo si preparano al meglio gli spareggi promozione? Perché sappiamo che sono delle partite importanti che valgono l’intera stagione, e talvolta si decidono anche in pochissimi minuti. Occorre, a tuo avviso, una preparazione atletica specifica?
“In base ai miei ricordi di partite del genere giocate con l’Empoli, queste furono disputate con la formula dell’andata/ritorno. E’ normale che in queste occasioni la tensione è veramente a mille, va opportunamente dosata e nello stesso tempo va anche data la giusta carica. Personalmente ho disputato degli spareggi per evitare la retrocessione e li reputo diversi da quelli promozione, soprattutto dal punto di vista mentale”.
Le nuove norme che regolamentano gli spareggi promozione hanno reso più complesso il salto di categoria dalla Lega Pro alla B. Anche questo è un indicatore dello stato di crisi in cui versa il calcio italiano. Calcio italiano che tu stai affrontando da dirigente di una formazione giovanile. Come sta procedendo il tuo percorso professionale? Reputi che il calcio nazionale possa migliorare, a partire dai vivai che dovrebbero rappresentare proprio la risorsa base?
“Che il calcio italiano possa migliorare lo reputo al momento parecchio difficile perché, purtroppo, almeno in Serie A vediamo sempre le stesse squadre. Già la Serie B è un altro discorso, vedi ad esempio Crotone e Pescara che la scorsa stagione avevano praticamente distrutto il campionato cadetto, ora nella massima serie stanno steccando malamente. Forse solo il Crotone possiede ancora un briciolo di speranza salvezza. Riportare il calcio italiano al livello che in precedenza gli competeva è molto difficile.
Per quanto mi riguarda, attualmente sono il direttore sportivo di una società dilettantistica provinciale, niente di particolare. Però sono tante le difficoltà che riscontriamo perché le idee attuali sono molto diverse rispetto a un tempo. Adesso non è neanche facile trovare ragazzi che abbiano voglia e volontà di fare veramente la differenza. Magari siamo abituati a vedere le primavere delle grandi squadre, oppure qualche settore giovanile di rilievo come quello dell’Empoli, dell’Atalanta o della Fiorentina. Ma oltre poche eccezioni oggi è difficile trovare settori giovanili davvero all’altezza, che ti permettano di approntare discorsi di progettualità. La verità è che vige un business esasperato, nel senso che tu operatore non pensi più a far crescere e maturare il giovane ponendogli la prospettiva di un futuro inserimento in Prima Squadra, bensì valorizzarlo soltanto per poterlo vendere!”.
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