Conferenza Stampa dell’Amministratore Delegato del Catania Pietro Lo Monaco che parla del momento di difficoltà attraversato dalla squadra e si sofferma sulle varie tematiche di natura tecnica e finanziaria. Queste le parole del dirigente rossoazzurro a Torre del Grifo, evidenziate dalla redazione di TuttoCalcioCatania.com:
“Nessun tesserato rilascerà dichiarazioni questa settimana, a parte me. Faccio un’analisi della situazione che si è venuta a creare. Appena tre partite fa eravamo sesti in classifica, ora siamo dodicesimi. Chiaramente questo descrive un momento negativo del Catania, come è capitato o capita a tutte le squadre. Evidentemente qualcosa non è andato per il verso giusto. Il calcio è fatto di tante cose strane. Se un club cambia l’allenatore è perchè pensa che sussistano delle problematiche. Succede anche che un tecnico dopo tre partite si dimetta adducendo motivi di correttezza professionale. Ora stiamo combattendo con grande fatica. La squadra è impaurita ultimamente, il nostro ambiente ha mangiato merda negli ultimi anni. Sembra quasi che si attenda appositamente le negatività per poi sentire di avere l’autorizzazione di emettere sentenze. L’ambiente ha acquisito una mentalità distruttrice, che gode delle negatività. Quando ci sono i disastri, però, il colpevole non ha un solo nome e cognome. Non ci rendiamo conto che oggi il Catania è in Lega Pro. Le situazioni sono totalmente diverse. Il Catania deve ragionare da Lega Pro, qui non vinci con il blasone. Questo campionato è più difficile del torneo cadetto. Ci sono società che da anni tentano di salire in B spendendo tanti soldi senza riuscire nell’intento. Vincere la Lega Pro non è facile. A questo aggiungiamo la penalizzazione di 7 punti, la necessità di cambiare radicalmente l’organico. Se centrassimo i Play Off avremmo fatto un buon lavoro. I Play Off sono un campionato a parte e nessuna squadra può essere sicura di vincerli. Ci tengo a sottolineare che noi siamo a -1 dalla griglia Play Off ed a pochi punti dalla settima. Peraltro si libererà anche l’undicesimo posto”.
“Oggi abbiamo una battaglia ben più importante da vincere, la sopravvivenza. Otto mesi fa il Catania era una società fallita. Il Catania 1946 deve essere vivo alla faccia di chi auspica cose nefaste, cercando di salvare il salvabile. Facendo sì che il Catania torni ad essere un club affidabile e rilanciandosi anche sotto il piano tecnico. Le mie non sono giustificazioni. La squadra è in crisi. Se battiamo il Matera e poi ad Agrigento improvvisamente si fa quello sconcio che avete visto tutti, significa che i giocatori sono andati in tilt. Abbiamo fatto una partitaccia col Taranto. Nelle settimane precedenti avevamo la migliore difesa, poi è subentrata una crisi d’identità. Quando si fanno delle scelte si può anche sbagliare. L’organico è buono ma per potere essere efficace deve giocare da squadra, a parte che il singolo sia Messi”.
“Domenica scorsa ho letto commenti ingenerosi. Abbiamo creato 7-8 palle gol a Pagani, evidenziando una mole di gioco notevolissima per 30 minuti. Lecce-Catania era una gara da 0-0, siamo stati noi a regalare la vittoria. Nel primo tempo lo stadio intero fischiava i salentini. Adesso stiamo cercando di ricostruirci lottando fino all’ultimo per l’obiettivo finale da raggiungere. Chiediamo di mettere da parte le negatività, che non servono. Nessuno ci restituisce la Serie A e nessun tribunale condanna a morte i colpevoli di questo scempio. C’è bisogno del ‘Massimino’ dei tempi migliori. I giocatori sentono troppo il peso della maglia e faticano a reggere le pressioni. A me dispiace veramente che la squadra non riesca ad avvicinarsi alla passione della gente. Però io alla gente stessa chiedo di stare vicina ai ragazzi perchè noi lotteremo fino in fondo per raggiungere i Play Off. Mi auguro che nel futuro prossimo parleremo d’altro, ma il presente si chiama Lega Pro e nessuno ci regala niente. Non molliamo. Chiedo a tutti di abbassare i toni, perchè così non si risolve proprio nulla”.
“Abbiamo decine di situazioni debitorie presso la Fifa. Distinguo i debiti federali dai debiti verso fornitori (procuratori, giocatori, chi ha fornito determinate prestazioni, ndr). Sulla gestione ordinaria noi abbiamo pagato il mese di gennaio e presto pagheremo anche febbraio. Noi siamo già avanti di un mese su questo versante ed il Catania non ha ricevuto altre penalizzazioni. I dipendenti sono stati pagati regolarmente. Significa che la gestione ordinaria del Catania è soddisfacente, al contrario di altre realtà come Siracusa e Cosenza. Abbiamo ereditato dei contratti che pesano come un macigno sul bilancio. Quando vieni da una retrocessione è normale tutto questo. Contestualmente c’è una situazione debitoria verso società, fornitori e facciamo i conti con debiti erariali. Finora da questo punto di vista abbiamo svolto un lavoro da doppia promozione, che pochi altri club possono fare. Avevamo un debito di 1.2 milioni per Rolin verso il Nacional ma è stato estinto. Verso il Boca abbiamo un debito di 300 mila euro ma l’accordo transattivo è già stato fatto. Il Catania ha pagato rate al Boca ed al Wisla Cracovia, accordo transattivo raggiunto con il Tema Youth per Odjer e con il Wanderers. Rate pagate anche verso il Saint-Etienne. Abbiamo transato una prima volta il debito con il Racing per Castro, oggi le parti hanno siglato l’accordo definitivo ed abbiamo già pagato la metà dell’importo: 270mila euro. L’unico debito non ancora estinto è quello con lo Sporting Lisbona per Rinaudo, pari ad 1.4 milioni. Finaria si è assunta l’impegno di ratificare l’iscrizione al prossimo campionato. Il piano di ristrutturazione finanziaria è in dirittura d’arrivo, entro il 31 marzo dovrebbe ufficialmente essere avviato. Tutte queste transazioni dovrebbero andare a buon fine mettendo il Catania in una condizione di pulizia, avendo una propria forza e senza assilli. Io sono stato più a contatto con avvocati che altro, scalando una montagna enorme. La scorsa estate c’è stato il tentativo di cedere la società. Finaria aveva tutto l’interesse a vendere, ma il Catania ha una situazione particolare. Quando risaneremo interamente il bilancio, magari qualche potenziale acquirente s’interesserà all’acquisizione del club. Abbiamo quasi del tutto ridefinito la ristrutturazione del debito ingente di Torre del Grifo verso il Credito Sportivo. Se tutto va bene cancelleremmo qualcosa come 20 milioni di debiti in un anno”.
“Cambio alla guida tecnica? Il Catania proseguirà con Pulvirenti. E’ nato nella struttura, sta lavorando in un certo modo. Il problema è della squadra, che deve trovare la forza dentro di sè di dare una strattonata ed invertire la tendenza. Oggi non avrebbe senso assumere un allenatore nuovo, ci precluderebbe anche un nostro pensiero per il futuro. De Zerbi prossimo tecnico rossoazzurro? E’ un ex giocatore del Catania. Robertino non lo sento da 2-3 settimane. Anche quando guidava il Foggia lo sentivo con una certa frequenza. Sono discussioni tra un padre ed un figlio calcistico, come si verifica con altri allenatori che stimo molto. Vedi Montella”.
“Io non sono mai stato tenero coi giocatori, ma questo è un momento in cui devono ricevere tranquillità. Stiamo cercando di allinearci a loro, aspettiamo che scoppi la scintilla attraverso il lavoro. Domenica sarà un’occasione per ripartire, anche se sulla carta la sfida è proibitiva. Mi aspetto la partecipazione di tutti allo stadio. Il calore della gente di Catania è tradizionalmente il dodicesimo uomo in campo. Negli ultimi tempi è diventato il dodicesimo giudice, mi auguro che torni ad essere decisivo. Passare dalla Serie A a dovere affrontare determinate partite incide parecchio e me ne rendo conto. Tutto questo fa parte del gioco. A Catania la gente ama la propria squadra. La radice dei malumori dell’ambiente è profonda, si è reduci da quattro anni di spazzatura mangiati. Di conseguenza le critiche aumentano, la Procura Federale fa indagini sul minuto di raccoglimento per Ciccio Famoso, vengano emessi Daspo a tifosi al minimo cenno. Anche la Commissione antimafia si esprime sul Catania. Il nome di Catania ormai è sulla bocca di tutti. Noi vogliamo ricollocare la società su un piano di correttezza. Se il Catania arrivasse ai Play Off, noi in casa avremmo 20mila persone alla prima partita. E’ un momento di disappunto per tante vicende. Io faccio appello all’amore per i colori rossoazzurri. Ora stateci vicini tutti. I Play Off sono alla nostra portata, l’importante è entrare in griglia. A prescindere dalla collocazione finale. Chi non vuole starci vicino, evidentemente, non ha a cuore le sorti del Catania”.
“Riaprire le porte ai tifosi? Non lo facciamo solo quando ci alleniamo sul campo 1 sprovvisto di tribuna. Per me le porte possono restare sempre aperte, non ci sono problemi da questo punto di vista. Come si batte il Foggia? Parliamo di una macchina da guerra, ha un’ossatura di squadra ben definita ed è al primo posto in classifica. Lo scorso anno ha sfiorato la B. Dovremo affrontare i rossoneri senza paura e con tutto il cuore possibile. Al triplice fischio faremo i conti, vedremo il responso del campo. Errore acquistare giocatori in funzione del cambio di modulo? Il cambio è nato da un’esigenza tecnica dell’allenatore. Quando si costruisce la rosa, questa deve essere in grado di ricoprire più sistemi di gioco. Secondo me qualsiasi tecnico vorrebbe allenare una squadra del genere. Poi non è scritto da nessuna parte che Pozzebon e Tavares debbano per forza di cose giocare assieme. Abbiamo varie alternative in attacco. Sfruttando sia le vie esterne che centrali. Io penso che l’organico sia abbastanza equilibrato ma dal punto di vista dell’espressione del gioco abbiamo faticato”.