L’Amministratore Delegato del Catania Pietro Lo Monaco, ai microfoni del Corriere dello Sport, sottolinea il rapporto che lo lega alla squadra rossoazzurra, l’importanza di Torre del Grifo e parla di un Pulvirenti con le lacrime agli occhi:
“Il Catania per me è come un figlio: non potevo lasciarlo morire. Per questo sono tornato. Se mi volto indietro, a volte non riesco a credere al bilancio che, da un passivo di 17 milioni, è già sceso a -10 milioni; alla squadra che ha battuto il Matera con 10.953 spettatori sugli spalti, è in piena zona playoff; ai 5 mila soci di Torre del Grifo che ci sostengono con una passione pari a quella dei tifosi allo stadio; ai pignoramenti ridiscussi e revocati a uno ad uno, grazie al lavoro dell’avvocato Ida Linda Reitano. Se non avessimo avuto questo centro sportivo, non saremo riusciti a salvare la società. Torre del Grifo è la nostra polizza sul futuro, è il nostro orgoglio. Alla cena di Natale, Antonino (Pulvirenti, ndr) è tornato a Torre del Grifo per la prima volta. Aveva le lacrime agli occhi. Ha sussurrato ‘Pietro, ho fatto un macello’”.