Ai microfoni di Radio Studio Italia, intervistato da Igor Pagano in collaborazione con Livio e Donato Giannotta della redazione di TuttoCalcioCatania.com, è intervenuta una figura molto importante legata alla storia del Catania: l’ex centrocampista Damiano Morra. Spazio a riflessioni sul campionato di Lega Pro e le ambizioni rossoazzurre, con qualche aneddoto sull’esperienza vissuta ai piedi dell’Etna ed il personale ricordo di Angelo Massimino.
Potremmo definirti quale ‘uomo dei record’ della storia rossoazzurra in termini di presenze, avendo praticamente trascorso una vita nella città dell’Elefante. Segui ancora le vicende calcistiche della squadra catanese?
“Effettivamente ritrovare il Catania in Lega Pro è una cosa triste, le vicissitudini hanno portato a questo stato di cose. Adesso la situazione non è tra le più rosee in quanto un campionato come la Lega Pro è complicato, non è certamente semplice. Io so quanto il tifoso catanese non possa accettare questa situazione però reputo che debba tenere un pò di pazienza perché, come ho detto prima, la categoria è complessa ma gradualmente si stanno ponendo le basi per rinascere. La squadra è partita quest’anno con ben 7 punti di penalità, a quest’ora avrebbe già acquisito la quinta posizione che sarebbe ancora poca roba. Il Catania lo seguo anch’io e devo dire che rimango perplesso per quanto vedo. La compagine etnea dovrebbe stare, quanto meno, in Serie B o A”.
Ricordiamo che con la formula dei playoff allargati, l’acquisizione del quinto/sesto posto consentirebbe di giocare il primo turno in casa. Tu per primo sai cosa significhi giocare una partita secca al ‘Massimino’ dal punto di vista del pubblico di fede etnea…
“Personalmente reputo che con l’organico a disposizione, adesso rinforzato, il Catania dovrebbe raggiungere quanto meno il quinto posto, gli auguro anche di più. Però la cosa più importante è che riesca a centrare i playoff. Per quanto mi riguarda il Catania possiede tutti i requisiti per vincere una partita secca, in casa o fuori, contro chiunque. Poi è normale che sarebbe meglio per i rossoazzurri raggiungere in classifica il quinto posto, il Catania non deve assolutamente avere paura di nessuno ed andare a giocare ogni partita ponendosi l’obiettivo di vincere”.
Damiano Morra giunge a Catania nel 1975 prelevato dal Parma. Hai vissuto ben 9 stagioni ai piedi dell’Etna. Un ricordo del tuo arrivo…
“Beh, per quanto riguarda i miei 9 anni trascorsi a Catania potrei raccontare 1000 aneddoti! Prima di arrivare a Catania in veste di giocatore rossoazzurro, dovendo disputare l’ultimo turno stagionale del Parma proprio a Catania, credo tra aprile e maggio, trovai una grandissima contestazione presso il vecchio impianto del ‘Cibali’. A quel tempo c’erano ancora le tribune in legno e noi calciatori del Parma eravamo a centrocampo ad assistere a quelle scene di forte contestazione. Io, tra me e me, pensavo a come fosse possibile andare a giocare a Catania e vedere quel parapiglia con lancio di oggetti. Il destino volle che soltanto 2 mesi successivi arrivai a Catania. Dunque arrivai in città proprio con quella riflessione in testa, impressione che poi andò via subito e alla fine mi rimase ben impressa la meraviglia della città e della sua gente. Qui, tra l’altro, mi sono sposato e sono nati anche 2 miei figli. Catania, come si suol dire, mi ha letteralmente travolto e non appena posso la raggiungo sempre con grande piacere. E dirò di più, non per piaggerìa, io sono più che mezzo catanese perché sono in grado di parlare bene il dialetto catanese, ovviamente non del tutto. Di Catania custodisco dei ricordi unici, davvero incancellabili, come quello che ancora oggi nel 2017 mi ritrovo ad essere il calciatore con il maggior numero di presenze della storia del Club. Per me costituisce un enorme motivo d’orgoglio essere il giocatore che, praticamente, rappresenta tutti i giocatori del Calcio Catania essendo in cima alla lista”.
Deve essere ancora più bello, essendo anche trascorso più di un quarto di secolo, ritrovarsi in testa per Damiano Morra ed essere ricordato per questo. Sicuramente un motivo d’orgoglio anche per i tuoi figli perché, essendo nati a Catania, diranno sempre che papà è il numero 1…
“Esatto. Ripeto, non è che mi piaccia tanto allargarmi, però quando vengo a Catania, al di là dei tanti parenti ed amici, sento ancora vivo il calore della gente. Mi ricordo che quando portavo qui i miei figli piccoli e raccontavo loro di quello che era il Catania, stentavano a crederci. E invece poi mentre passeggiavamo, credo si trattasse di via Etnea, rimasi impressionato dalla moltitudine di persone che mi riconosceva, io che mancavo praticamente da 20 anni circa! E proprio in quell’occasione i miei piccoli cominciarono a farsi l’idea di ciò che aveva rappresentato a Catania il loro papà. Non c’è niente da fare, per me sono proprio dei ricordi unici che mai dimenticherò!”.
Parlando di ricordi, ci proiettiamo ora in quello che fu un campionato molto importante per te e il Catania: stagione 1979/80. Allora il Catania militava in Serie C, poi promosso in Serie B. Quali ricordi custodisci di quella annata?
“Ricordo che a quei tempi impiegammo 3 lunghi anni prima di salire di categoria. Se non ricordo male, il primo non ci riuscimmo poichè avevamo perso lo spareggio a Catanzaro contro la Nocerina. L’anno successivo ci fu il famoso misfatto di Pisa: in campionato ci trovavamo, alla penultima giornata, 1 punto davanti a loro e di notte fummo aggrediti in albergo; non ci fecero dormire, non ci fecero vedere il campo prima dell’inizio della partita e ci fecero fare il riscaldamento in mezzo alle macchine. Il terzo anno riuscimmo finalmente nell’impresa e fu proprio quello uno degli anni più belli che ricordo, anche perché festeggiare una promozione rappresenta sempre un evento bellissimo. E’ anche vero però che pure i 2 anni precedenti furono molto belli pur non essendo riusciti a centrare l’obiettivo. E proprio per questo dico ai tifosi del Catania di pensare, intanto, a raggiungere i playoff e, in seconda battuta, di vincerli!”.
Con quali tuoi ex compagni di squadra sei rimasto tuttora in contatto?
“Io sono legato soprattutto con i ragazzi di Catania! Adesso non vorrei dimenticare qualcuno, Gigi Chiavaro, Nino Leonardi, Nino Cantone, mi sono sentito anche con Mimmo Ventura, ho rivisto il mister Melo Russo. Posso dire che loro sono i ragazzi con cui ho legato maggiormente, che sento più spesso e con i quali mi vedo di tanto in tanto a Catania”.
Un tuo ricordo del ‘Presidentissimo’ Angelo Massimino…
“Avendo trascorso 9 anni a Catania ricordo perfettamente tanti episodi, anche quando il nostro grandissimo Presidente veniva contestato. Comunque lui era una persona che amava veramente il Catania e ci metteva, andando oltre al discorso meramente economico, tutto il cuore. La figura umana del ‘Presidentissimo’ è per me indimenticabile e con lui avevo, tra l’altro, instaurato un rapporto straordinario. Probabilmente perché quando scendevo in campo davo tutto me stesso, l’anima, non saprei spiegare. Così come non potrò mai dimenticare quanto lui abbia fatto per il Calcio Catania. Chi ama il Catania non può certamente dimenticarsi di Angelo Massimino che rappresenta la storia del Calcio Catania per quanto mi riguarda! Io non vedo altre persone che possano soltanto pensare di raggiungere quanto di buono fatto per il suo Catania. Come non dimenticare di quando, mezzo cieco, saliva in macchina per andare a discutere di varie argomentazioni a Palermo. Cioè, questa è una persona che praticamente è morta per il Calcio Catania! Solo a raccontarlo vengono i brividi, è impossibile non parlare bene di questa persona”.
Di cosa si occupa attualmente Damiano Morra?
“Io ho operato una scelta ben precisa che è quella di stare molto vicino alla mia famiglia e quindi ai miei figli e a mia moglie. Mi interesso di calcio a livello dilettantistico, lo faccio ormai da 25 anni. Ho curato il settore giovanile dell’Ancona Calcio ai tempi della Serie A e B. Dunque rimango sempre nel mondo del calcio, la sera voglio ritirarmi a casa e stare con la mia famiglia, perché sai che allenare in Lega Pro, ma anche in B o A, significhi essere disposti a cambiare squadra di anno in anno. Per cui ho scelto di rimanere nel mondo calcistico minore nei paesini qui intorno nelle Marche e sono felice così. Il destino ha voluto questo, poi non puoi mai sapere cosa possa riservarti la vita!”.
Qual è il gol in rossoazzurro che ricordi con maggiore affetto?
“Ricordo di aver fatto un grande gol di rovesciata in un Perugia-Catania che probabilmente perdemmo. Un gesto tecnico incredibile che ancora oggi non riesco a spiegarmi nemmeno io come possa essermi riuscito! Però, pensandoci meglio, credo che il gol che ricordo con maggiore affetto sia stato quello che realizzai in un Catania-Arezzo conclusosi per 2-0. Quel giorno erano presenti in tribuna mio padre e mia madre, l’unica occasione in cui i miei genitori vennero a Catania, e realizzai il gol con un gran tiro dalla distanza, credo intorno ai 30 metri. Ed io non è che ne realizzai tantissimi, su per giù una trentina. Diciamo che in più di qualche occasione sono riuscito a togliermi qualche soddisfazione!”.
Si ringrazia Damiano Morra per la gentile concessione dell’intervista.
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