Ti aspetti il definitivo salto di qualità, un Catania capace di dare continuità agli ultimi incoraggianti risultati ottenuti. Invece i rossoazzurri tornano a digerire a malapena il boccone amaro della sconfitta. Vince il Siracusa 1-0, nel contesto di una partita caratterizzata da un clima piuttosto pesante. Basti pensare che nell’immediato pre-gara il Catania ha ricevuto aggressioni verbali e minacce ad opera di ultras aretusei incredibilmente presenti sul rettangolo di gioco. Un episodio vergognoso che getta fango sulla macchina organizzativa del Siracusa, parsa non impeccabile già ad agosto in Coppa Italia.
Passando al calcio giocato, non ricordiamo interventi di rilievo di Matteo Pisseri a difesa dei pali. Segno che gli etnei hanno concesso pochissimo ai padroni di casa, i quali però, ripartendo velocemente in contropiede, davano l’impressione di potere fare male, prima o poi, alla difesa catanese. Così è stato con la rete siglata da Scardina al 66’. Il Catania, dal canto suo, ha avuto varie occasioni da gol piuttosto nitide per entrare nel tabellino dei marcatori peccando di cinismo e lucidità. Errori sotto porta rivelatisi fatali e Catania castigato dalla punta siracusana proprio nel momento migliore dell’Elefante.
Successivamente i rossoazzurri non hanno saputo riequilibrare il derby sbattendo contro la muraglia eretta dal Siracusa a protezione del prezioso vantaggio. Complessivamente una sconfitta immeritata se pensiamo alla pericolosità evidenziata negli ultimi metri rispetto alla squadra di Sottil, ma allo stesso tempo meritata considerando le gravissime leggerezze in fase offensiva. In più occasioni, infatti, il Catania è riuscito nell’impresa di divorarsi gol realizzabili ad occhi chiusi. Parzialmente per sfortuna, ma soprattutto per propri demeriti.
In mezzo al campo il lavoro fornito da Scoppa non si è rivelato sufficiente, soffrendo l’argentino il pressing siracusano. I centrocampisti del Catania hanno subito l’aggressività aretusea, con il Siracusa abile a bloccare le fonti del gioco etneo limitando le sgroppate sulle corsie esterne e, anzi, crossando più volte pericolosamente nell’area di rigore avversaria. Proprio in una di queste circostanze si è concretizzato l’1-0 decisivo nell’economia della gara.
Male Parisi in copertura, Di Grazia lontano parente del ragazzo apprezzato fino a qualche settimana addietro, fin troppo evidente che Mazzarani non abbia sincronizzato i movimenti tipici della punta centrale. Ne è venuta fuori una sconfitta che brucia per com’è maturata e si sarebbe potuta chiaramente evitare con un pizzico di cattiveria e precisione in più negli ultimi metri. Passi indietro per un Catania a cui non resta che leccarsi le ferite e riflettere sugli errori commessi, senza cercare alibi.
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