IL CATANIA E L’INFERNO DELLA LEGA PRO: quanto è dura tornare in paradiso…

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Michele Paolucci l’ha definita una palude, in realtà le difficoltà che il Catania continua ad incontrare portano a pensare che la Lega Pro sia meglio definibile come un autentico inferno. Per il secondo anno consecutivo questa categoria si conferma molto difficile per il Catania. Nella passata stagione la robusta penalizzazione e le note vicende societarie ebbero un’incidenza assai negativa sul percorso di una squadra andata via via sciogliendosi come neve al sole dopo l’exploit iniziale. Fino a centrare la matematica permanenza nel calcio professionistico solamente in occasione dell’ultima giornata.

Il Catania rischiò seriamente il fallimento, poi con il cambio organizzativo e dirigenziale, ritorno dell’Amministratore Delegato Pietro Lo Monaco annesso, è stata riqualificata la struttura e ripianata parte dei non pochi debiti che attanagliano l’Elefante. Fino ad arrivare ai giorni nostri, attraverso i quali la squadra si sta riprendendo tra le mura amiche dove vanta un rendimento tra i migliori nel girone C. In trasferta, invece, ancora zero vittorie e domenica l’Elefante ha conosciuto il sapore della prima sconfitta esterna stagionale in campionato.

Dopo 14 giornate i rossoazzurri, partiti anche quest’anno con l’handicap dei punti di penalizzazione, si collocano all’undicesimo posto lasciando la zona Play Off precedentemente occupata. Soffrono i tifosi etnei, soffre la squadra allenata da Rigoli che non riesce a trovare una precisa identità lontano dal “Massimino”. Numerose le insidie di questa Lega Pro dove non esistono gare dall’esito scontato. Il blasone del Catania ed il notevole valore organico della rosa non bastano a giustificare una supremazia rispetto alle altre concorrenti.

Formazioni aventi molte meno risorse spesso riducono o, addirittura, annullano, il gap che li divide dal Catania. Segno di quanto sia complicato per la compagine etnea tirarsi fuori da questa categoria. Lo stesso vale per altre nobili decadute: vedi Parma e Livorno, oppure il Lecce che da diversi anni non riesce ad abbandonare la terza serie. Da molto più tempo il Foggia tenta di strappare il pass per la promozione in Serie B con altrettanta fatica. Dura, durissima la realtà della Lega Pro.

Ancora di più nel girone meridionale dove, probabilmente, vince chi si adatta meglio. Frequentemente l’idea di proporre calcio non fa la differenza qui, bensì l’adeguarsi alla tipologia di gioco espressa dagli avversari talvolta con palloni lunghi a scavalcare le difese, la concretezza, l’essenzialità, l’aggressività, il pragmatismo, la cattiveria agonistica, lo spirito di lotta e corsa. Tutte caratteristiche che il Catania deve sempre tenere in dovuta considerazione per riaprire le porte del paradiso, al momento assolutamente blindate.