Coraggio, cuore, applicazione, attributi ed un pizzico di fortuna. Questi gli ingredienti principali che il Catania ha aggiunto domenica pomeriggio in occasione del confronto casalingo con il Lecce. I rossoazzurri, attraverso una prova d’orgoglio e sacrificio, sono riusciti ad avere ragione di un avversario che, prima del confronto con gli etnei, era imbattuto e deteneva la migliore difesa ed il migliore attacco del campionato. Qualcosa di paragonabile ad una corazzata.
Il Catania, però, ha dimostrato di potersela giocare ad armi pari riscattando l’opaca prestazione di Melfi. In terra lucana contro l’ultima della classe gli etnei hanno persino rischiato di perdere. Prima ancora i rossoazzurri hanno clamorosamente perso al “Massimino” il derby con l’Akragas, ottenendo inoltre striminziti pareggi contro Taranto, Andria e Fondi, compagini sicuramente di caratura inferiore.
Vien da chiedersi, allora, quale sia il vero volto dell’Elefante. E’ evidente che ci sia ancora da lavorare sul piano della mentalità da consolidare a prescindere dall’avversario di turno e dal fatto che il Catania giochi alle pendici dell’Etna o lontano dal “Massimino”. Le prossime partite rappresenteranno ulteriori banchi di prova per la formazione allenata da Pino Rigoli.
