VISTA DAL TIFOSO: Catania, l’asse di Lo Monaco. Peccato per il baratro cosentiniano…

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Pietro Lo Monaco

Quando si tratta di mettere su un progetto gli elementi portanti principali sono in genere due: una navata e un transetto, questo nella cultura cristiana basata sull’elemento della croce. Allora prendi un portiere di valore e prospettiva, trova un centro in una bandiera e un elemento di apertura in un goleador, ed ecco servito un asse ben piantato e pronto ad ospitare gli elementi orizzontali.

Ho fiducia in un principio costruttivo tal fatto, anche se tutto ciò va verificato. Il portiere visto al Cibali lo scorso anno quando giocava nel Monopoli e adesso impressiona per riflessi e personalità ed è l’investimento più importante, la base: sicurezza. Il cuore della squadra è l’esperienza e la devozione ai colori di maglia, poi se questo cuore è di Marco e prosegue in Michele mi sento rassicurato.

L’asse portante può comportare varianti e sono comunque di marca Liotru, fra cui Bucolo ed Anastasi. In questo Lo Monaco è stato magico, ha trovato risorse che sono sicuramente ben radicate in una visione accattivante nella composizione dell’organico. Rossazzurro che cola da tutte le parti, ci voleva! A ciò puoi abbinare in scioltezza quello che vuoi e la scelta è variegata, un inno alla diversità, con la sensazione che qualche elemento sia di ottima qualità e prospettiva come Djorcevic e Silva. Di Grazia e Barisic pure.

La miscela va affinata, il grande caffè è un blend di elementi da verificare e gustare pian piano, ma la prima impressione è che si possa ben sperare. L’energia volitiva in avvio di stagione si è fatta vedere nella manovra e la cura tattica è di livello appassionato e studiato a fondo, poi se anche Di Cecco accetta la sfida di battersi per una maglia il tono si alza ad un livello che valica in un fiato la Lega Pro.

Peccato per il baratro cosentiniano dove è cascato Nino, il delirio di onnipotenza ha un costo estremamente elevato: perdita di valore del team e caduta d’immagine sono 20 milioni almeno e “mi parunu macari picca”. Adesso però mi è tornata l’emozione di essere allo stadio e di rivedere quelle stupende maglie a due colori verticali. Del resto non ce n’è per nessuno, cromaticamente parlando.