Conferenza stampa alla vigilia di Reggina-Catania. Interviene in Sala Stampa l’allenatore rossoazzurro Pino Rigoli. Queste le parole del tecnico del Catania evidenziate da TuttoCalcioCatania.com:
“La decisione di rinviare la partita Catania-Fondi al 28 settembre ci danneggia, si poteva evitare tutto questo e la società ha alzato la voce, ma non deve certamente rappresentare un alibi per noi. Adesso diventa necessario concentrare tutte le nostre attenzioni sulla gara con la Reggina. A Reggio Calabria sappiamo di giocarci una gara importante. Abbiamo preparato la trasferta calabrese nel migliore dei modi. La mentalità del Catania non deve cambiare, essendo propositivi e provando a portare a casa il risultato al cospetto di qualsiasi avversario e su qualunque campo. Sappiamo che tutti vogliono fare la partita della vita affrontando il Catania, a noi tocca rispondere facendoci trovare preparati sotto il profilo tecnico, agonistico e giocando con la giusta determinazione”.
“Ad Andria abbiamo conquistato un punto, la prestazione offerta dalla mia squadra non è stata negativa ma i pugliesi giocavano sulle palle lunghe e questo aspetto ci ha messo in difficoltà. Soprattutto nel primo tempo. Ce la siamo giocata fino alla fine, potevamo vincere e ci abbiamo provato. I ragazzi hanno avuto le loro occasioni per andare a segno, anche se non tantissime ma sacrificandosi collettivamente. Tuttavia io sono anche dell’idea che, quando non riesci a portare a casa i tre punti, è meglio non perdere”.
“Ogni partita rappresenta una finale da giocare per noi. Dobbiamo avere una certa mentalità e fisionomia portando avanti i nostri concetti senza snaturare le caratteristiche indipendentemente da chi affrontiamo. Se cambierò qualcosa nell’undici titolare e/o nel modulo? Vedremo. So di avere a disposizione un organico importante, tutti i giocatori forniscono valide garanzie e sono motivati a portare più in alto possibile il Catania. Bergamelli tra questi. Il difensore sta seguendo un percorso di recupero, pur essendo disponibile è ancora in ritardo di condizione. Sono prime scelte i miei calciatori, anche chi ha giocato meno finora”.
“La Reggina si sta nutrendo di entusiasmo a seguito dell’avvenuto ripescaggio. E’ una società blasonata che ha disputato campionati di rilievo anche in Serie A e B. Sicuramente gli stimoli sono notevoli per la compagine amaranto che, ritengo, riesca ad esprimere sul rettangolo di gioco un gioco di tipo collettivo. Proprio la coralità del gioco espresso rappresenta il principale punto di forza di una squadra, peraltro, dotata di un buon centrocampo e di calciatori dinamici. Giocano con il 4-3-3. Immagino che il tecnico Karel Zeman abbia ricevuto indicazioni rilevanti per quanto concerne lo sviluppo della fase offensiva dal padre Zdenek, che stimo molto anche se non ho avuto la fortuna di vederlo lavorare. La differenza, però, a mio avviso la fanno i giocatori in campo”.
“Ho grande stima e fiducia nei miei giocatori, che stanno tutti bene. Cito in particolare Calil, un elemento di assoluto valore. Djordjevic? Spinge di più rispetto a Nava, anche per caratteristiche. Magari il primo corre sulla fascia dieci volte, il secondo cinque, ma stiamo cercando di portare le fasce laterali sullo stesso piano. Il gruppo nella sua interezza ha sposato in pieno il progetto rossoazzurro e cercherà di portarlo avanti con tutte le proprie forze”.
“Drausio e Silva? Hanno fatto passi da gigante. Si stanno impegnando al massimo per cercare di avvicinarsi alle nostre idee calcistiche. Lavoriamo per costruire una filosofia di gioco comune. Il nostro calcio è molto tattico. In altri Paesi si lavora meno in questi termini, dove vengono privilegiate la corsa e le individualità. Chi arriva in Italia necessita di tempo per inserirsi. Di Cecco? E’ un ragazzo che tiene tanto ai colori rossoazzurri, molto importante per noi e trasmette la propria esperienza al gruppo”.
“Pisseri ha fatto benissimo nella passata stagione. Il Catania ha spuntato su un estremo difensore di sicuro affidamento. Quest’anno lavora con ancora più intensità perché smanioso di crescere. Ha un maestro importante che lo aiuta nella sua crescita (Marco Onorati, ndr). Nel ruolo del portiere ci sono delle gerarchie già stabilite, ma poi é sempre il campo a decidere”.