ANDRIA – CATANIA: cos’ha funzionato e non

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Andria vs Catania

Fallita la missione di azzerare subito la penalizzazione in classifica. Solamente un pareggio allo stadio “Degli Ulivi”, risultato comunque positivo contro una Fidelis Andria dotata di buone individualità, ben organizzata e che, tra le mura amiche, saprà farsi rispettare da chiunque in questo campionato. I tifosi rossoazzurri si chiedono se il bicchiere sia da considerarsi mezzo pieno o mezzo vuoto. A conti fatti, nell’arco dei 90 minuti, il pareggio rappresenta probabilmente l’esito ideale.

Vero è che il Catania non ha beneficiato di un calcio di rigore solare, ma vietato cercare alibi. Manca la certezza che il penalty eventualmente concesso sarebbe stato trasformato, inoltre vale la pena sottolineare che, per quanto visto complessivamente sul rettangolo di gioco, i padroni di casa hanno fatto qualcosa di più sul piano delle occasioni da gol costruite. Andria più propositiva, anche se il Catania ha avuto le sue chance per andare a segno.

Pisseri da una parte, Cilli dall’altra, hanno saputo difendere egregiamente i pali. Soprattutto il portiere rossoazzurro, decisivo nell’economia della gara. Le due squadre hanno, peraltro, pareggiato il conto dei legni: 1-1 con Biagianti e l’ex Catania Fall. Ma cos’è mancato all’Elefante per espugnare il “Degli Ulivi”? Innanzitutto la fase difensiva ha fatto registrare ancora una volta più di qualche amnesia. In particolare con i centrali Drausio e Bastrini parsi in affanno.

Il centrocampo, invece, ha retto abbastanza bene con Scoppa preciso ed elegante in cabina di regia ed un Biagianti molto combattivo. Silva ha fatto il suo, tuttavia non risultando determinante come in altre circostanze. Calil ha lavorato parecchio tra le linee, evidenziando una buona dose di generosità, ma non ha punto in avanti. La difesa andriese, poi, ha applicato la museruola a Paolucci. La vivacità di Russotto, invece, conferma che il ragazzo continua ad accrescere la propria condizione fisica rivelandosi uno degli elementi più in palla tra le fila etnee.

Progressi relativi alla disciplina tattica di Djordjevic, a corrente alternata Nava sulla corsia opposta. Catania che deve cercare di mantenere più a lungo il pallino del gioco, correggendo le lacune difensive finora accusate, manovrando l’azione con maggiore scioltezza e presentandosi nell’area di rigore con più mordente. In questo contesto risalta il carattere evidenziato da una squadra che non molla mai, supportata da un gruppo che si unisce e compatta anche nei momenti di difficoltà. E’ un Catania che lotta, requisito fondamentale in Lega Pro.