Venerdì pomeriggio, ai microfoni di Radio Studio Italia, nel corso di “Universo RossoAzzurro”, trasmissione condotta da Igor Pagano in collaborazione con Donato e Livio Giannotta di TuttoCalcioCatania.com, è intervenuto l’ex calciatore del Catania Nino Leonardi.
Nel corso del tempo abbiamo più volte auspicato che venisse data maggiore possibilità di vestire il rossoazzurro ad elementi che abbiano veramente nel cuore sia la squadra che la città. Proprio oggi è stato ufficializzato l’arrivo di Pino Rigoli, nato in provincia di Messina ma effettivamente catanese d’adozione, alla guida della compagine etnea. Un tuo pensiero sul neo allenatore del Catania, stimato per professionalità e signorilità…
“In tempi non sospetti mi ero già pronunciato circa la mia preferenza sulla territorialità, sinonimo di appartenenza, da parte di chi entra a far parte di una squadra calcistica. Gente disposta a metterci spirito, volontà, passione ed amore. Pino Rigoli rientra perfettamente in quest’ottica. Nello specifico ha qui vissuto anche una piccola parentesi calcistica, prima di intraprendere la carriera di tecnico nelle categorie inferiori dove ha mostrato tutte le sue grandi qualità tecnico-tattiche e la sua immagine di persona al servizio del professionismo. Un allenatore che si aggiorna costantemente, segue il calcio italiano e, probabilmente, ha anche seguito tecnici esteri. Personalmente auspicavo un suo eventuale arrivo ed oggi ho visto l’ufficializzazione. Di questo sono fiero ed orgoglioso perché dal punto di vista umano si tratta di una grande persona, per quanto riguarda la sfera professionale ha avuto grandi successi, non ultimo quello della stagione scorsa con grandi meriti nell’Akragas”.
Molte volte si giunge nel calcio che conta un pò tardi. Può esserne un esempio quello di Pino Rigoli, classe 1963, giunto a 53 anni alla guida della squadra dell’Elefante, una delle più importanti piazze della Lega Pro. Un tuo giudizio sulla gavetta di un uomo che si è sempre rivelato umile ovunque sia andato…
“Purtroppo, ed io ne sono personalmente a conoscenza, negli anni precedenti gli allenatori locali non sono mai stati tenuti particolarmente in considerazione, pur avendo dato grandi dimostrazioni di professionalità, di una crescita costante dal punto di vista tecnico-tattico, come anche in termini di gestione del gruppo. Pino ha sempre messo a disposizione queste grandi qualità presso le società in cui è entrato a farne parte ed è anche stato ben volentieri apprezzato ed osannato. Ha, inoltre, ricevuto parecchi elogi, attestati di stima e riconoscimenti che ne fanno a tutti gli effetti uno dei migliori allenatori emergenti. In tal senso mi ricordo anche la figura di Pasquale Marino che cominciò proprio dalle categorie inferiori, come ad esempio a Paternò, e poi finì per riscuotere i grandi successi che tutti noi conosciamo. Diamo veramente la possibilità di esprimersi a questi giovani locali, lasciamoli crescere e lavorare facendo anche commettere loro degli errori perché sappiamo che nessuno nasce perfetto e che, tra l’altro, servono anche per migliorarsi. Il calcio è cambiato negli anni e mi dispiace appurare che siano andati quasi completamente perduti importanti valori quali la passione e l’attaccamento alla maglia. Il calcio di oggi predilige, invece, elementi come professionalità e managerialità. Essendo abituato al calcio in cui si lotta per la maglia, i propri colori e la società, non riesco ad identificarmi in quello attuale. Io ho sempre giocato con serietà, attaccamento e con la voglia di non perdere mai, nemmeno nella partitella con i ragazzi. Sono orgoglioso dei giovani emergenti, ognuno con le proprie idee calcistiche, la propria tattica ed i suoi schemi. Reputo che la scelta societaria di affidare il ruolo di guida tecnica a Pino Rigoli sia ricaduta proprio su di lui non soltanto in considerazione del suo spessore umano ma anche come professionista, sposando in pieno il suo modo di giocare”.
Indipendentemente dai nomi, sarà importante che i giocatori che arriveranno a Catania siano motivati. E a proposito di gente motivata, segnaliamo il ritorno di Marco Biagianti, un giocatore che ha sempre portato Catania nel cuore ed esploso proprio qui. Cosa pensi del suo rientro?
“Biagianti è un esempio di calciatore che a Catania ha fatto bene, si è indiscutibilmente legato alla maglia rossoazzurra ed alla città. Nei suoi anni di militanza etnea è cresciuto costantemente sia dal punto di vista tecnico che tattico. Credo che il suo ritorno sia stato abbastanza ponderato da parte della società. Pur avendo la sua età, penso che potrà fornire un valido contributo fisico ed atletico. Un giocatore che potrà dare molto, anche in veste di capitano. Personalmente è uno degli elementi su cui io punto fermamente per la risalita. Naturalmente occorreranno insieme a lui anche calciatori di una certa levatura e classe. Il Catania ha il dovere di costruire il campionato con l’obiettivo dichiarato di vincere. E proprio in tal senso quest’anno la società dovrà programmare, progettare ed intervenire sul mercato con degli uomini seri, affidabili e capaci di fare la differenza”.