Pietro Lo Monaco, nuovo Amministratore Delegato del Catania, presenta la nuova dirigenza rilasciando soffermandosi anche su altri argomenti. Ecco quanto evidenziato da TuttoCalcioCatania.com:
“Argurio è stato già a Catania ai tempi della A. Poi ha fatto un excursus in società come Akragas e Messina in Lega Pro. Non sta a me presentarne le credenziali. Mangia calcio. Il compito del Direttore Sportivo è quello di approvvigionare la società degli elementi giusti come lavoro di ricerca, proposta, rapporti con i calciatori, i club. Argurio è un uomo di campo, noi ci auguriamo che possa mettere le sue capacità al nostro servizio compiutamente e nei modi dovuti. Poi abbiamo altri due ritorni. Il coordinatore dell’Area Tecnica Marino è stato agli albori di questa società. Ai primi anni di B, anche se aveva sulla carta mansioni diverse, era con noi in quel periodo. Poi è andato a maturare esperienze in tante altre squadre di D, formazioni siciliane e di un calcio che solo sulla carta è definito l’ultimo calcio, invece secondo me il calcio dilettantistico fatto a certi livelli è la base. E’ un gradito ritorno a Catania. Curerà la possibilità e la voglia da parte nostra di ripristinare tutti i rapporti con le società minori, con il calcio giovanile ed il calcio di Lega Pro. Sarà un lavoro di rapporti societari, di ricerca, lavorando a diretto contatto con il Direttore Sportivo ed il Responsabile del Settore Giovanile, che sono delle parti del Catania importantissime. Interagiranno tra di loro”.
“C’è anche il ritorno di Alessandro Failla che per tanti anni è stato Responsabile del Settore Giovanile e riprenderà questa mansione con deleghe anche in altri settori della vita della società che andremo a definire nei tempi giusti. Un elemento che crescerà nella struttura. Sono inevitabili, prossimamente, cambiamenti anche in altri settori dirigenziali”.
“Fatta questa premessa, ricordo a tutti che il 15 luglio riprenderemo l’attività e convocheremo la squadra. Poi sarà il turno delle visite mediche ed il 16 luglio forse presenteremo la squadra presso l’Università di Catania, abbinando il mondo della città alla squadra, una cosa a cui teniamo particolarmente. Andrò a trovare il sindaco e l’amministrazione dopo l’iscrizione. Ho letto con piacere che il sindaco Bianco è disponibile ad essere accanto al tentativo di rilancio e di riappropriazione di un terreno giusto da parte del Catania. La disponibilità la andremo a verificare molto presto. Conoscerò il questore, il prefetto. Renderò visita ai vari organi d’informazione, televisioni. Non abbiamo mai lesinato la presenza di nessuno. Un nostro tesserato sarà sempre presente alle varie trasmissioni. Io cercherò di essere anche partecipe a questo tipo d’incontri, a situazioni che devono servire certamente ad unire e non dividere”.
“La squadra è già fatta, l’allenatore è già preso. Abbiamo altri problemi in questo momento, stiamo cercando di sistemare qualcosa. Il desiderio unico è quello di ridare al Catania la propria casa. Ci metteremo 3-4 anni o quelli che saranno, ma è l’obiettivo che si devono mettere in testa tutti. Dal primo dei dirigenti all’ultimo dei calciatori e di chi lavora in questa struttura. Io in sei giorni mi sento frullato… in così poco tempo ho i capelli bianchi (ride, ndr). Scadenze in vista della prossima stagione? Dobbiamo soddisfare determinati requisiti. Ad esempio bisogna ancora pagare quattro mensilità. Il piano di risanamento è pazzesco, se ci riusciamo sarà davvero un miracolo. Quando ti danno un pugno, se ti difendi nella fierezza di essere, i pugni cerchi di attutirli. Noi vogliamo fare così, ci siamo. La nostra azienda vuole tornare a creare modelli positivi, tutti dobbiamo sentirci fieri di fare parte di questa azienda”.
“Il discorso delle cinque componenti è fondamentale. A questo proposito, ho letto tante cose dopo la mia conferenza stampa di presentazione nei giorni scorsi. Ad esempio una lettera di gruppi organizzati contenente tante eresie e voglio puntualizzarle. Io non sono un socio del Calcio Catania, non l’ho mai preteso. Io ho chiuso la mia vertenza col Catania a zero euro. Ho fatto un atto di amore. Io non avrei mai permesso che ci fosse lo sprofondamento societario, avrei tentato qualsiasi cosa. La mia riappacificazione con Pulvirenti è una situazione personale che non è giusto mettere in piazza, frutto e conseguenza dell’amore che ho per questa squadra. Io non ho mai fatto la difesa a prescindere di Pulvirenti. Sono stato il primo a stigmatizzare determinate cose. Passando dalla A alla Lega Pro in tre anni sarebbe impensabile non ricercare colpevoli. Ma la gente condannata paga la sua pena, poi può tornare alla vita normale”.
“Amiamo o non amiamo? La gente di Catania ama il Catania, ce l’ha dentro, sente il Catania. Il Calcio Catania è un malato che ha rischiato di morire ma vuole riprendersi e fare la sua riabilitazione per cercare di essere un elemento vigoroso e pieno di forza. Ai gruppi organizzati dico di informarsi meglio su come stanno le cose. Io non sono un conciliatore, non santifico nessuno. Io amo questa struttura perché è costata tanto e farò di tutto affinché le cose tornino ad essere vivibili. Per questo sono andato sopra a tante situazioni. Qua non ci sono giudici. Nei fallimenti chi è senza peccato scagli la prima pietra. Quando si perde la colpa è della società, dei giocatori, dei tecnici, della stampa, della tifoseria che ha assecondato i macelli. Di tutti. L’amore per il Catania deve prevalere. Guardatevi dentro e amate il Catania. So quanto la gente ami i colori rossoazzurri. I gruppi organizzati sono una parte rilevante della tifoseria ma non sono la tifoseria. Mi auguro che la gente risponda in maniera importante”.
“Io sono andato via da Catania rinunciando a due anni di contratto senza pretendere un euro. C’è stata la volontà della proprietà, in presenza del niente, di ripartire. E questa ripartenza è cominciata attraverso un chiarimento tra me e Pulvirenti. Se c’è qualcuno che vuole contribuire alla rinascita del Catania sarà il benvenuto. Io vi ho spiegato la situazione di Vergara. Chi rappresenta questo gruppo ha preteso una lettera di precedenza, che abbiamo firmato senza nessuna problematica. La proprietà è pronta ad investire di suo e riprendere un modo di essere, ma chi viene ad investire qui deve essere convinto di portare avanti le cose con volontà precise da verificare. Se Vergara a fine mese dovesse venire, sarà accolto con tutti gli onori del caso. Noi avremmo già oltrepassato la data importante e difficile del 24 giugno, valida per l’iscrizione, che affronterà economicamente la nostra proprietà”.
“C’è stato anche un depauperamento del settore giovanile in questi anni. Settore Giovanile che ha fatto delle cose importanti, portando tanti giocatori ad esplodere nelle categorie superiori come Donnarumma, Terracciano e Nicastro. Ai calciatori ho spiegato che l’obiettivo fondamentale è l’amalgama perfetta delle cinque componenti. I calciatori, lo staff tecnico, la stampa, i tifosi, la società. Se queste componenti riescono a diventare un pugno, il pugno fa male. Io non ho mai preteso che il giornalista scrivesse quello che penso. Come riavvicinare la tifoseria? Questa domanda mi piacerebbe riceverla dopo l’apertura della Campagna Abbonamenti, trovando in quella occasione la risposta della gente di Catania che vuole tornare ad essere protagonista con la sua squadra. A prescindere dalle contestazioni sacrosante e legittime, la possibilità di risalire c’è. L’anno scorso il Catania, dopo due retrocessioni, ha fatto quasi 6mila abbonati. La situazione non era certamente migliore di quella attuale, anzi”.
“Oggi la situazione è difficile da un punto di vista economico. Al di là della progettualità conta il risanamento. I piedi ora sono di argilla. I piedi li devi pulire dai debiti, tutto questo passa attraverso un piano. Successivamente a questo passaggio, il Catania si sarà rafforzato ambendo a qualsiasi discorso. Il catanese sente dentro l’amore per il Catania. La tifoseria è una parte trainante. Per me il giornalista locale deve essere un tifoso, avendo però spirito critico. E’ interesse di tutti che il Catania ottenga il massimo. Oggi come oggi abbiano letto tante chiacchiere sul fronte di una eventuale cessione societaria. Gli ipotetici gruppi che si sono susseguiti nell’interessamento del Catania si sono dissolti come neve al sole. Cosa cambierà a livello di marketing? Abbiamo già affidato questo aspetto ad una società. Dobbiamo puntare forte sul locale, che sarà la vera forza del Calcio Catania nel tempo. Il Catania Point è qualcosa che abbiamo costruito. E’ una forma di radicare il Catania nel territorio. Poi, col tempo, abbiamo aperto nuove filiali nella provincia etnea. Contiamo di ripartire anche sotto questo profilo. Dobbiamo riappropriarci di un nostro modo di essere”.