90 minuti di attesa. Sarà salvezza matematica o ricorso forzato ai playout? Momenti delicati in casa rossoazzurra. Da una parte mantenendo viva la speranza di battere la Fidelis Andria, dall’altra l’auspicio che incamerare i tre punti sabato pomeriggio possa essere sufficiente tenendo conto dei risultati che matureranno sugli altri campi. Momenti difficili, da vivere con grande intensità per un Catania che dovrà essere pronto a tutto pur di salvare la categoria.
Se la formazione dell’Elefante versa nella situazione di classifica attuale, le responsabilità sono della società che, evidentemente, errori ha commesso in sede di calciomercato e non solo; della guida tecnica, in quanto sia Giuseppe Pancaro che Francesco Moriero avrebbero potuto fare di più e meglio; della squadra poiché, nonostante l’organico presenti nomi di notevole spessore per la categoria, ha subito un’involuzione tale da generare i risultati attuali, dopo un avvio di campionato scoppiettante.
E’ evidente che molte cose non hanno funzionato a dovere. Sul campo, di punti, il Catania dovrebbe averne dieci in più ma si sapeva fin dall’inizio del campionato che il percorso sarebbe stato tortuoso, pieno d’insidie ed ostacoli. Ad un certo punto le cose non sono andate per il verso giusto ed è venuta meno la consapevolezza che si rendesse necessario non scherzare col fuoco, mantenendo alta la concentrazione fino alla fine.
Adesso si faccia il massimo per salvare la categoria. Stona parlare di “importanza di difendere la Lega Pro”. Non molti anni fa si parlava di ben altri palcoscenici, di Serie A. La triste realtà dei fatti dice tutt’altro, ma davvero perdere il calcio professionistico avrebbe delle ripercussioni serie e profondamente negative, mortificanti, per la città di Catania ed i suoi tifosi.