(Autori: Donato Giannotta e Livio Giannotta)
L’allenatore del Catania Francesco Moriero commenta la vittoria risicata ottenuta contro la Lupa Castelli Romani. Ecco le parole di Moriero evidenziate da TuttoCalcioCatania.com:
“Avevo intenzione di schierare Plasmati sin dall’inizio, al posto di uno tra Calil e Bombagi, perché credo che, come impatto alla partita, la sua esperienza e prestanza fisica avrebbe potuto incidere sin dal 1’. Però dopo ho pensato che il giocatore, avendo ricominciato ad allenarsi con il gruppo da appena una settimana, non era in condizione di avere tanti minuti nelle gambe e, pertanto, ho deciso di farlo entrare nel secondo tempo. Avevo già parlato al ragazzo dicendogli che, se la squadra avesse dato tutto dal punto di vista fisico e gli avversari si sarebbero chiusi come poi in pratica hanno fatto, lui avrebbe potuto risolvere la partita perché è bravissimo di testa a far salire la squadra e, al di là della mia scelta fortunata, è stato principalmente bravo lui a contribuire alla conquista della vittoria”.
“Analizzando la gara, certamente sono stati compiuti tanti errori banali, oggi per noi era importante vincere e mettere in campo un certo tipo di atteggiamento. Abbiamo incontrato una squadra che ha giocato dietro la linea della palla e ho chiesto ai miei ragazzi di tenere il possesso. Poi sono stati commessi una serie di errori banali che, nella realtà dei fatti, sono quelli che non ti fanno salire il morale. Avevo chiesto alla squadra di giocare come loro sanno, con coraggio, di vincere questa gara esprimendo gioco. Però non è facile per nessuno quando uno squadra si chiude dietro e loro hanno perseverato, sbagliando magari dei cross banali, dei passaggi da due metri. Errori figli, non tanto dall’impatto alla partita o dalla mancanza di serenità, ma si sa che ogni giocatore ha la sua personalità e bisogna accettare questo stato di cose”.
“Comunque questa vittoria me la prendo ben volentieri perchè venivamo da una sconfitta importante, la squadra doveva reagire e la vittoria è l’elemento più importante. Sotto il profilo del gioco è normale che se si gioca per vincere, il giocatore si trova mentalmente più libero. Viceversa, quando si gioca con la paura di perdere, perché questo tipo di partite si può anche correre il rischio di perderle, le possibilità di sbagliare aumentano. Era un po’ questa la paura che avevo, infatti più volte mi sono sgolato sulle marcature preventive perché tutti volevano portarsi in avanti e segnare. Abbiamo sbagliato alcuni gol però siamo sulla strada giusta, dobbiamo fare corsa su noi stessi. Sono gli altri che devono preoccuparsi di noi, anche se è ovvio che mi farebbe piacere, tra virgolette, se sugli altri campi maturassero risultati favorevoli al Catania. Ogni partita è una battaglia per cui noi dobbiamo continuare a combattere con tutte le nostre forze. Personalmente prenderei volentieri quattro vittorie per 1-0 soffrendo come oggi”.
“Ci sono anche gli avversari in campo. Questa era una partita difficile. So cosa sta provando il tifoso adesso. Ho avuto una reazione particolare e, a fine partita, ho chiesto scusa alla Tribuna. C’è sangue nelle mie vene, non acqua. Io vivo per il Catania adesso e devo salvare la categoria, questa è la mia missione. Se avessimo capitalizzato meglio le occasioni create, staremmo parlando di un’altra partita. Bisogna lavorare per migliorare in zona gol, cercando di fare prendere coraggio ai ragazzi. Questi sono errori individuali. Mi auguro che il Catania si liberi mentalmente adesso. La sofferenza deve fortificarci. Stiamo lavorando anche dal punto di vista fisico, ma soprattutto sulla testa. Non abbiamo paura, ma tensione”.
“Questi ragazzi hanno raccolto più punti sul campo, invece occupano una classifica di sofferenza. Non è facile per i giocatori vivere questa situazione. Io devo fargli capire che tutti uniti, lavorando, si può superare questo momento. C’è un po’ di tensione, ma questa deve aiutarti a vincere. Posso garantire al 100% che il gruppo è unito e compatto. Calil? Lui oggi aveva tre uomini addosso. Ripeto che Caetano non è un attaccante centrale. Lo conosco benissimo. Si troverebbe a proprio agio giocando alle spalle di Plasmati, ma Gianvito deve raggiungere un livello di condizione fisica migliore. In questo momento non conta il nome, ma tirare fuori gli attributi. Oggi Calil non ha espresso il suo potenziale e ci è mancato tantissimo. Di Cecco? E’ stato un leone in campo, sta crescendo. Bene anche Agazzi ed i terzini”.