PANCARO: tutte le tappe significative dell’esperienza rossoazzurra

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Giuseppe Pancaro, tecnico Catania

Comprensibilmente lascia Catania con rammarico, Giuseppe Pancaro. Un’avventura cominciata con grande entusiasmo e voglia di riscatto dopo l’esonero di Castellammare di Stabia. Pancaro ha sposato subito il progetto Catania, malgrado non sapesse di che morte morire la società rossoazzurra a seguito degli sviluppi dello scandalo “I Treni del Gol”.

L’ex calciatore di Milan e Lazio era stato dipinto dalla dirigenza etnea come un predestinato, sulla scia di Vincenzo Montella, Sinisa Mihajlovic e Diego Pablo Simeone. Questo lasciavano pensare anche le prime partite disputate da un Catania che, in pochissimo tempo, azzerò la penalizzazione di punti iniziale. Pancaro fu abile a gestire nel ritiro estivo un gruppo che venne stravolto. Catania era un cantiere aperto con un va-e-vieni continuo di giocatori che avrebbe reso a chiunque la vita difficile.

Tante partite giocate nella fase iniziale del campionato di Lega Pro portarono l’allenatore calabrese a produrre un massiccio turnover, utile perché, al tempo stesso, faceva sentire ogni singolo calciatore importante e parte integrante del progetto. Via via si era creato entusiasmo e solidità all’interno della squadra, la quale acquisì delle certezze. Certezze che, purtroppo, iniziarono progressivamente a venire a mancare con la sconfitta di Caserta.

Dal 2-0 subito in casa della Casertana a ottobre, infatti, alti e bassi caratterizzarono il percorso rossoazzurro. Ricordiamo la sofferta vittoria con il Martina Franca, per poi arrivare alla clamorosa sconfitta in trasferta con la Juve Stabia, il pareggio stentato con l’Akragas, la lunga serie di deludenti pareggi a reti inviolate, il brutto ko interno con il Benevento, gli errori difensivi imbarazzanti di Melfi che produssero un sorprendente 3-3, la figuraccia di Ischia.

Tra dicembre del 2015 e febbraio 2016, solo due vittorie: il 3-0 ai danni della Paganese ed il 2-1 per molti versi fortunoso contro il Matera. Con la Casertana, poi, si è chiuso il cerchio: inizio dei problemi a Caserta, fine dell’avventura pancariana a Catania proprio con la formazione rossoblu campana, vittoriosa al “Massimino” senza fare nulla di trascendentale e nonostante ben otto defezioni.

In questo contesto va sottolineato come la squadra sia diventata, con il trascorrere del tempo, prevedibile sul piano dell’espressione del gioco e priva di mordente, tirando fuori solamente a sprazzi il carattere (vedi il finale in inferiorità numerica di Cosenza-Catania). Scelte tecniche, inoltre, spesso discutibili come la preferenza di Bastianoni a Liverani, oppure la fiducia frequentemente rinnovata al duo di centrocampo Musacci-Agazzi che, per la verità, nel 4-3-3 più volte non hanno reso secondo le attese.

Qualche giocatore, poi, ha lasciato Catania non senza polemiche a gennaio (vedi Giuseppe Russo). In generale non si percepiva un’atmosfera serena nel gruppo. Questo, forse, il motivo principale dell’esonero di Pancaro. Con l’intento di dare una scossa ad una squadra in possesso d’importanti qualità ma a terra psicologicamente e che, quindi, va rivitalizzata per portare a compimento la missione salvezza.