Nel corso della trasmissione “Universo RossoAzzurro”, condotta da Igor Pagano in collaborazione con Donato e Livio Giannotta di TuttoCalcioCatania.com, ieri pomeriggio abbiamo avuto il piacere di ascoltare l’intervento telefonico di Enzo Nocera, addetto stampa dell’Akragas. Ampio spazio riservato al commento della decisione delle autorità competenti di vietare la trasferta di Agrigento ai tifosi del Catania, ma l’attenzione è stata focalizzata anche sulle sensazioni in vista del derby e, in particolare, come lo vive l’Akragas.
In tanti hanno espresso la propria disapprovazione per quanto concerne il divieto imposto nella trasferta di Agrigento…
“Già la scorsa settimana, quando l’organismo nazionale aveva dato il proprio assenso per quanto riguarda la partecipazione degli sportivi catanesi, eravamo tutti contenti del fatto di sapere che il derby potesse avere una degna cornice di pubblico e quindi con la tifoseria catanese presente ad incitare la propria squadra. Poi da lunedì si è alimentata la voce di questa tensione tra le due tifoserie e noi da Agrigento continuiamo a non capirne l’effettivo motivo. Stamattina (ieri, ndr), alle 11, il responsabile SLO ed il presidente dell’Akragas Alessi sono stati convocati in questura per discutere in merito a questa vicenda che ha raggiunto contorni che hanno davvero dell’incredibile. Ufficialmente il questore ha comunicato alla società ed allo SLO che non sarebbe stato consentito l’accesso allo stadio ‘Esseneto’ agli sportivi residenti in provincia di Catania. Personalmente potrei anche arrivare a giustificare, tra virgolette, il divieto imposto agli sportivi residenti a Catania. Ma mi chiedo come possa essere possibile che, ad esempio, uno sportivo residente a Grammichele o a Caltagirone non possa assistere alla partita. Proprio non comprendo la logica che ha portato ad assumere una simile decisione”.
Quale riflessione fare sulla efficienza della Tessera del Tifoso?
“Ieri sera (giovedì, ndr), quando ancora mancava l’ufficialità della comunicazione da parte della Questura, facevo un’altra riflessione. Alle società viene imposta la realizzazione del settore ospiti e delle telecamere, sia all’interno che all’esterno della struttura. Agli sportivi, invece, impongono l’acquisto della ‘Tessera del Tifoso’ per le trasferte ed in particolare ai tifosi del Catania, per l’ennesima volta in questa stagione, l’inibizione ad assistere alle partite lontane da casa. Mi chiedo la logica che ci possa essere dietro tutto questo e poi per quali motivi le società debbano assumersi l’onere delle spese, senza poter poi vedere una tifoseria ospite già registrata, anche conosciuta perché, con la sottoscrizione della ‘Tessera del Tifoso’, si conoscono i dati anagrafici e, di conseguenza, facilmente controllabile. Tutto questo finisce poi per produrre rabbia, delusione e amarezza perché il calcio è bello se vissuto intensamente all’interno dell’impianto calcistico”.
Chi si occupa di fare informazione dovrebbe meglio soppesare le informazioni prelevate su ‘Facebook’. Notizie che chiunque può pubblicare a vario titolo ed indiscriminatamente. Ricordiamo gli applausi dei tifosi agrigentini a tutti i giocatori rossoazzurri che hanno ricambiato il gesto all’andata. Già questo semplice episodio dovrebbe essere indicativo del clima di stima e rispetto reciproco esistente tra le due tifoserie…
“Si, infatti. Praticamente tutto nasce da una pseudo-notizia, pubblicata da una fonte non attendibile su Facebook, che ha alimentato una tensione inesistente tra due tifoserie che, al contrario, hanno vissuto nella gara d’andata una bellissima esperienza calcistica. Un incontro conclusosi tra gli applausi degli sportivi agrigentini al Catania Calcio. Ecco così la dimostrazione che tra le due città, a livello calcistico, non si è verificato alcun precedente negativo”.
A più riprese esponenti della società agrigentina si sono espressi a sostegno della tifoseria e della squadra ospite. Anche gli stessi tifosi dell’Akragas…
“Confermo. La tifoseria biancazzurra saluterà l’ingresso in campo delle due squadre con una coreografia particolare in quanto si tratta per noi agrigentini di un incontro storico, magari non per voi catanesi abituati a ben altre categorie. Ti posso assicurare che nei primi 5 minuti è previsto uno sciopero del tifo organizzato perché anche gli sportivi di Agrigento sono nauseati da queste iniziative che mortificano coloro i quali credono ancora in certi valori e, soprattutto, ad uno sport sano e capace di veicolare messaggi positivi, mai negativi”.
Parlando di calcio giocato, l’Akragas ha praticamente cambiato marcia con l’avvento in panchina di Pino Rigoli, collezionando ben 7 vittorie su 8 partite. Quale squadra affronterà domenica il Catania?
“La squadra ha cambiato passo con l’avvento di Pino Rigoli. 8 partite giocate, 7 vittorie ed una sconfitta a Castellammare contro la Juve Stabia. Sicuramente l’Akragas si trova nella condizione di dover muovere la classifica per riuscire a raggiungere la fatidica quota 40 che per l’allenatore significa la salvezza. In questo momento è a 34 punti e, mancando 8 partite al termine della stagione, dovrà sfruttare al meglio gli incontri casalinghi. Una squadra che giostrerà utilizzando il modulo tanto caro a Pino che non è propriamente offensivo ma, come hanno definito in molti, ‘all’italiana’. Ovvero un sistema di gioco basato su ripartenze veloci grazie all’inventiva del ‘vostro’ Di Grazia, ad un centrocampo molto equilibrato che non dà spazio e respiro ai pensatori avversari e ad una difesa che fa perno su 2 centrali in gran forma, il maltese Muscat e Marino. Da segnalare anche tante altre motivazioni, come quelle degli ex: Capuano che ha alle spalle ben 7 stagioni in rossoazzurro, Di Grazia tifosissimo del Catania che spera di segnare un gol per incorniciare questa sua stagione e De Rossi che, con buona probabilità, siederà in panchina. Tanti giocatori che puntano alla vittoria, di contro un Catania che sulla carta potrebbe puntare alla Serie B e non, invece, stazionare al quint’ultimo posto che penalizza pesantemente sia la società che la città. Dunque una partita che verrà giocata a viso aperto da entrambe le formazioni e che regalerà certamente spettacolo. Noi ci auguriamo che Akragas, Catania e Messina riescano al termine della stagione a preservare la categoria perché è importante per il calcio siciliano mantenere un buon numero di formazioni tra i professionisti. Ritengo, inoltre, di grande importanza riuscire a mantenere una squadra siciliana nei massimi campionati calcistici per poter riuscire a meglio valorizzarne i giovani. Noi, per esempio, abbiamo preso Di Grazia che a Catania non trovava spazio, mentre qui ad Agrigento è finito per diventare un autentico beniamino”.