L’incontro allo stadio Angelo Massimino tra Catania e Juve Stabia, valevole per la 26a giornata del campionato di Lega Pro/C, racchiude in sé una notevole importanza in chiave salvezza. Entrambe le formazioni, infatti, daranno vita in campo ad un’autentica battaglia sportiva ponendosi come unico obiettivo quello di pervenire alla conquista dei 3 punti. Vittoria che assumerebbe significati differenti per le due compagini: la risalita di una classifica evidentemente al di sotto delle aspettative per i padroni di casa e la ricerca di una continuità di risultati da parte delle ‘vespe’.
L’esordio della scorsa settimana in terra pugliese da parte del neo allenatore Francesco Moriero non è riuscito a portare quell’immediata scossa auspicata dai sostenitori dell’Elefante. Di certo non ci si poteva aspettare, a pochi giorni dal suo insediamento, che il tecnico leccese riuscisse a risollevare lo status attuale ed a cementare il proprio credo tattico nelle menti e nei cuori della truppa etnea. La scia di ben 5 partite consecutive senza vittorie (l’ultima risalente alla 20a giornata tra le mura amiche contro il Matera, ndc) e la realizzazione di appena 6 marcature nelle ultime 10 giornate costituiscono elementi sintomatici di un momento in casa Catania in cui i malesseri sembrano avere radici che vanno oltre l’ambito meramente tecnico e sportivo.
Pesano, infatti, le note vicende giudiziarie che hanno coinvolto i vertici della società rossoazzurra e la conseguente situazione societaria, che appare difficile definire, sia allo stato attuale che in previsione futura, con accuratezza. Tutti elementi che influiscono negativamente all’intero ambiente che, come logica conseguenza, richiede chiarezza e verità su come stanno realmente le cose. Anche lo spogliatoio sembra risentire di tutto questo e lo si è percepito tante volte, sin dalla discesa in campo della squadra e poi nell’arco dei 90’. In fin troppe occasioni, infatti, è stato sbagliato l’approccio alla partita e troppi errori, anche banali, sono stati commessi.
Al di là dei malumori e delle incertezze, è giunto il momento in cui gli etnei, forti delle indiscusse qualità tecniche possedute dai componenti dell’intero gruppo, si lascino alle spalle tutte le negatività fino ad ora incontrate. Occorre riuscire, una buona volta per tutte, a tirare fuori il meglio di loro stessi come uomini, dimostrando di essere superiori sia alle avversità che agli avversari. E valori come spirito di gruppo, umiltà e predisposizione al sacrificio, unitamente ad una buona dose di concretezza nel rettangolo di gioco, dovranno essere tutte qualità che il mister dovrà essere capace di instillare nelle teste dei giocatori per tornare a creare l’atmosfera positiva di inizio stagione.