Festeggiamenti comprensibili per la vittoria, ma per Catania-Messina non abbiamo assistito all’atmosfera tipica del derby di Sicilia. Un derby dal sapore particolare che, in altri momenti, avrebbe portato 20.000 spettatori sugli spalti dello stadio Angelo Massimino. In questo caso di tifosi se ne sono visti pochissimi, considerando l’aria di contestazione che si respirava e l’assenza di supporters del Messina a causa della decisione degli organi competenti di vietare l’accesso ai tifosi giallorossi.
Ancora più strano nell’arco dei 90 minuti avere riscontrato uno stadio silenzioso, eccezion fatta per i momenti decisivi del match. Quando, cioè, il Catania si è portato in vantaggio e nella circostanza che ha visto il Messina pervenire momentaneamente al pareggio, in questo caso subissando di fischi i peloritani e la squadra di Moriero per la leggerezza difensiva evidenziata.
Poi, avviandosi la partita verso la fine delle ostilità, finalmente alcuni segnali hanno fatto percepire che si trattasse di un derby: il coro spontaneo della Tribuna B “Chi non salta messinese è” e l’incitamento del poco pubblico presente (ad esclusione della Curva Nord) fino al boato ad accompagnare il triplice fischio del direttore di gara. Un derby per certi versi inedito ma che, comunque, ha visto per l’ennesima volta trionfare il Catania contro il Messina.