Due partite disputate sotto la gestione Moriero dal Catania, andato ko a Martina Franca e non oltre l’1-1 contro la Juve Stabia. Questo il responso del campo. Il rettangolo di gioco, però, ha anche detto che la formazione rossoazzurra ha dato segnali di risveglio sul piano dell’atteggiamento in Puglia nel secondo tempo, dopo avere sbagliato ingiustificatamente l’approccio nella prima frazione, per poi impressionare favorevolmente nel primo tempo disputato con la compagine campana.
Per almeno mezz’ora il Catania visto con le Vespe è piaciuto per l’atteggiamento adottato, per lo spirito rabbioso evidenziato e la capacità di produrre occasioni da gol attraverso meccanismi di gioco funzionali ed efficienti. Purtroppo però è mancata la precisione sottoporta. Tanti, troppi errori che sono stati pagati subendo il pareggio stabiese nell’unica vera occasione da rete degli avversari.
Dopo l’intervallo, invece, il Catania ha continuato a dare l’impressione di volere premere sull’acceleratore ma è venuta meno la benzina e la difesa campana ha gestito senza troppi affanni il prezioso pari. I rossoazzurri, allora, dovrebbero migliorare in fase realizzativa, favorendo la concretezza, e lavorando sul piano della continuità dell’espressione del gioco nell’arco dei 90 minuti. Altra menzione importante merita la fase difensiva. Se in mezzo al campo la strada che porta al raggiungimento di determinati equilibri tattici non è lontana, dietro, malgrado si conceda poco agli avversari, gli errori non mancano.
Errori dovuti, in parte, alla delicatezza del momento che rende più difficile anche l’esecuzione delle cose più semplici, ma soprattutto da uno squilibrio tattico difensivo che, in determinati frangenti, si viene a creare quando il Catania subisce le ripartenze avversarie. Giusto attaccare in undici, ma la squadra di Moriero deve difendere con la medesima compattezza di quando offende. I progressi ci sono ma il tempo stringe. Nelle prossime otto partite bisognerà apportare le migliorie tattiche decisive per risollevare l’Elefante.