Eccezion fatta per i primi 13 minuti di gioco, il Catania è come se non fosse mai sceso in campo allo stadio Mazzella. Importante riconoscere i meriti di un avversario tutto cuore e grinta, che ha sopperito ai limiti di natura tecnica sfornando una prestazione meritevole di elogio dal punto di vista agonistico e caratteriale. I rossoazzurri erano partiti con le intenzioni giuste, guadagnando metri e macinando gioco attraverso giocate interessanti ed un giro palla apprezzabile.
Sembrava si stessero ponendo le basi per aprire la difesa ischitana sfruttando la supremazia territoriale. Invece, nei minuti successivi, precisamente a partire dal 14′, quando Gomes ha effettuato una conclusione dalla distanza, la musica è cambiata. Non si riusciva più a smistare palloni interessanti nella metà campo avversaria, il Catania cominciava a sbagliare passaggi e fraseggi, viceversa l’Ischia ha accresciuto l’intensità e l’aggressività chiudendo tutti gli spazi e ripartendo con efficacia.
Il risultato? Due gol messi a segno con pieno merito dalla formazione ischitana, etnei allo sbando, che non hanno praticamente mai creato presupposti di pericolo dalle parti dell’estremo difensore avversario, tranne un paio di situazioni nel finale. Un blackout inspiegabile che ha prodotto, come inevitabile conseguenza, la sconfitta per la squadra dell’Elefante.
