CATANIA: si cerca la giusta ricetta per curare il mal di trasferta

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Circa tre mesi. Un bel po’ di tempo è trascorso dall’ultima vittoria esterna del Catania in questo campionato di Lega Pro. A Catanzaro la formazione rossoazzurra proverà ad interrompere il digiuno di successi lontano dalla stadio Angelo Massimino. Lo farà rendendo visita ad un avversario in piena lotta salvezza che, classifica alla mano, si colloca a quota 25 punti, uno in più rispetto agli etnei a cui pesa, comunque, la robusta penalizzazione inflitta.

Mister Giuseppe Pancaro spera di cambiare rotta, ricercando la ricetta giusta per curare questo mal di trasferta ed allontanando la sua squadra dalla zona calda. Anzitutto con l’auspicio che il Catania abbia il giusto approccio alla gara. Iniziare il match del “Ceravolo” con il piglio adottato nel primo tempo contro il Lecce la settimana scorsa sarebbe già un valido punto di partenza. Bisognerà, però, esprimersi in campo con regolarità nell’arco dei 90 minuti.

Ci saranno momenti in cui si renderà opportuno attendere l’avversario, altri in cui il Catania dovrà gestire il possesso palla e trovare i varchi disponibili per pungere la difesa giallorossa. I ragazzi di Erra punteranno sulla compattezza, concedendo meno possibile ai rossoazzurri per poi provare a sfruttare al meglio le occasioni che si presenteranno.

Urge, pertanto, assicurarsi di essere abili ad interpretare con intelligenza ed oculatezza le fasi di gioco attraverso una manovra efficace, rapida e poco prevedibile. Al contrario di quanto spesso riscontrato negli ultimi mesi, non solo in trasferta ma anche tra le mura amiche. L’Elefante ha tutti i mezzi per fare bottino pieno in Calabria, ma senza quel mordente e quella cattiveria agonistica fondamentali in Lega Pro non si vince.

Ecco che soprattutto dal punto di vista caratteriale il Catania deve dare qualcosa di più rispetto alle precedenti apparizioni. Consapevole che davvero questa partita può rappresentare la svolta in casa rossoazzurra. In settimana Musacci è stato chiaro in proposito: “Guai a non tornare in Sicilia con punti in tasca”. Noi aggiungiamo che di punti ne servirebbero tre, la migliore ricetta per affrontare le successive gare con più serenità.