Un’umiltà da non smarrire, la strada giusta da ritrovare. Il Catania che si appresta ad affrontare le prossime partite di campionato, può e deve dare qualcosa di più per risollevarsi da una situazione particolarmente delicata. La classifica non sorride ai colori rossoazzurri della Sicilia poiché, a fronte di 34 punti collezionati sul campo, la realtà dice quota 24. Che significa piena lotta salvezza.
Sembra strano a dirsi ma una società avente il blasone del Catania, che fino a pochi anni fa veleggiava in Serie A, deve lottare per difendere il calcio professionistico. Negli ultimi mesi il rendimento etneo è stato piuttosto altalenante con una lunga serie di pareggi che sono serviti a poco nell’economia del campionato. Il tanto atteso salto di qualità non è arrivato, la dimensione attuale è quella di un Catania chiamato a tirare fuori gli attribuiti per assicurarsi al più presto la salvezza.
Serve una squadra “operaia” per il raggiungimento di tale scopo, utilizzare meno fioretto e più spada. Meglio evitare tanti preziosismi in campo ed incentivare la concretezza, l’efficacia delle giocate, assicurando uno spirito di sacrificio che non può venire a mancare in questo equilibrato e combattuto campionato di Lega Pro.
Le gare a disposizione da qui al termine della stagione sono sempre meno, il peso specifico dei punti da conquistare aumenta sia nelle zone alte che basse della classifica. Nessuno intende concedere sconti, qualsiasi avversario è più agguerrito del solito per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Ripartito dallo 0-0 casalingo con il Lecce, il Catania dovrà marciare ancora più spedito per allontanare l’incubo dei Playout.
A cominciare dalla “calda” trasferta di Catanzaro, inaspettato scontro diretto per la salvezza attraverso il quale bisognerà conseguire punti pesanti per dare una sterzata e rilanciare l’Elefante. Altrimenti lo scenario resterebbe desolatamente immutato e, con esso, la paura di non uscire dalle sabbie mobili della classifica con tutti i risvolti negativi del caso.