CATANIA: “schiaffi” e lezione di umiltà, si riparte da qui

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“Questi schiaffi potrebbero fare bene”. Il pensiero di Giuseppe Pancaro, allenatore del Catania, dopo la brutta sconfitta che i rossoazzurri hanno riportato sul campo di un’Ischia Isolaverde che non vinceva da tempo. 2-0 il risultato finale con reti siglate da Moracci e Kanoute. Nomi non altisonanti, giocatori che non vantano il curriculum di molti elementi a disposizione della rosa del Catania.

Eppure il confronto Davide contro Golia, il “piccolo” Ischia al cospetto del “grande” Catania, ha visto trionfare la compagine ischitana. A conferma che nel calcio non esiste davvero nulla di scontato e, soprattutto in Lega Pro, contano più d’ogni altra cosa la fame, la cattiveria agonistica, il giusto approccio. Forse è meglio sintetizzare il tutto con il concetto fondamentale di umiltà.

Umiltà che questo Catania sembra avere smarrito in una fase delicata della stagione, dove i punti pesano in maniera considerevole. Forse davvero la lezione inflitta dall’Ischia è servita alla formazione dell’Elefante, troppo arrendevole, poco propositiva e convinta, evidentemente, di fare un sol boccone della compagine gialloblu.

Niente di più sbagliato perché nessuno ti regala nulla, a maggior ragione sapendo che ti chiami Catania. Si riparte così dagli schiaffoni di Ischia, che possono e, anzi, devono svegliare i rossoazzurri. Restituendo la consapevolezza che non si è grandi solo sulla carta ma dimostrandolo attraverso la produzione dei fatti.