Ex difensore di Catania e Casertana, Gennaro Monaco è intervenuto con grande cordialità e disponibilità, in esclusiva, ai microfoni della redazione di TuttoCalcioCatania.com.
Gennaro, quali ricordi conservi delle esperienze di Catania e Caserta?
“Caserta è stata la mia giovinezza, evidenziando la sfrontatezza di un giovane ragazzo avente la voglia di dimostrare il suo carattere, il suo carisma. Ho vissuto la promozione in Serie B. E’ stato qualcosa di fantastico, indimenticabile, però Catania resta la mia città, la mia tifoseria. Ho vissuto sette anni intensamente con la famiglia. Ho tanti amici catanesi sinceri e leali. Sono due storie calcistiche bellissime, ma l’esperienza di Catania è indelebile”.
A proposito della tua famiglia, penso a Salvatore che desidera tanto vestire, un giorno, la maglia rossoazzurra. Tu anche torneresti volentieri in Sicilia…
“Anche i miei figli sono innamorati di questa città. Salvatore adesso milita nel Perugia. Negli ultimi quattro anni ha guadagnato mille euro al mese. Gli ho detto che un giorno giocherà nel Catania e sarà un calciatore importante come lo sono stato io. Verrebbe anche a piedi se la dirigenza, dopo varie proposte, prendesse in considerazione l’ipotesi d’ingaggiarlo. Sarei voluto tornare in Sicilia ma non mi è mai stato possibile. Chissà, magari con nuovi dirigenti ed imprenditori qualcuno si ricorderà di me. Mi farebbe tantissimo piacere allenare i giovani catanesi per dare dimostrazione del mio attaccamento e sapere calcistico”.
Catania in flessione dopo un ottimo avvio di campionato. Perchè secondo te?
“Il Catania è partito alla grande, poi c’è stato un momento in cui non si è capito bene cosa sia successo. Le responsabilità sono da attribuire anche alla società ed al tecnico. E’ pesato il fattore psicologico, ma quella rossoazzurra è una piazza da A dove bisogna tirare fuori gli attributi e dimostrare sempre attaccamento alla maglia. Quando non arrivano i risultati subentra la paura, ad un certo punto il pallone pesa tre chili. Magari ci sono calciatori che possiedono grandi nomi ma non hanno un carattere forte. Nel calcio, il carattere fa la differenza. Mi auguro che i giocatori, con il loro orgoglio, possano portare il Catania in una una tranquilla posizione di classifica così una nuova dirigenza potrà operare sul mercato e lavorare per allestire un organico ancora migliore in estate”.
Proprio a Caserta iniziarono i problemi in casa etnea…
“Contro la Casertana, e parlo anche da tifoso rossoazzurro, spero che scatti nei giocatori voglia di rivalsa. Ricordo bene il match disputato all’andata dove la squadra di Pancaro ha perso tutti i duelli in campo sbagliando l’approccio mentale. A livello agonistico e caratteriale la Casertana mangiò il Catania. Adesso spero nel riscatto conseguendo tre punti che sarebbero importanti. A Caserta è iniziato un percorso negativo, denotando difficoltà caratteriali. Emblematica, in questo senso, la trasferta di Ischia che è stata una Waterloo per il Catania”.
Casertana in crisi? Come vedi la partita di sabato?
“La Casertana è una squadra ostica, composta da calciatori che puntano forte sull’aggressività e la cattiveria agonistica. Il Catania però ha una qualità enorme in rosa, possiede una marcia in più. I casertani non sono in crisi, ma ricordo una dichiarazione allucinante fatta in Rai dal dirigente Pannone tra il primo ed il secondo tempo contro la Paganese. Con la formazione rossoblu prima in classifica ed un vantaggio consistente in termini di punti sulla seconda, parlò di obiettivo salvezza. I giocatori, allora, si sono adagiati ed il rendimento è calato. Ma questo club ha speso tanto a gennaio portando giocatori importanti per la terza serie come Jefferson, Matute. Penso anche a Giannone, che giocava con mio figlio a Casale anni fa. Sabato potrebbe arrivare la mazzata definitiva per la compagine di Romaniello”.
Cosa ti senti di dire ai tifosi rossoazzurri?
“I catanesi sono un popolo fiero. Ai tifosi dico di non mollare mai nonostante siano stati umilitati in tutti i sensi in questi ultimi due anni. Va affrontata la realtà con spirito guerriero, abnegazione. Le società passano, i presidenti pure, ma il Catania ed i catanesi restano per sempre. Il tifoso catanese che non si reca allo stadio non lo fa per disaffezione. Soffre a casa, però aspetta la miccia per ritornare al ‘Massimino’. A questo proposito serve come il pane il successo sabato, che il Catania può ottenere se gioca con carattere e personalità”.
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