VISTO DALLA SUD: agghiacciati in Curva. Calil soffre il freddo, Pancaro…

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Il vento polare, oltre che a rendere momentaneamente inservibile la punta del naso notoriamente organo della sensibilità e delle dita medie del piede destro, ha avuto lo stesso funesto effetto sul piedone di Caetano Calil.

Il brasiliano, come si è saputo, soffre il freddo ma dopo la scorsa domenica dove ad Aci Trezza c’erano 25 gradi, forse si era illuso di essere ancora nella natìa Guaxupè in passeggiata vicino a la Catredal de  N. S. Das  Dores!

Già dalla rincorsa si è visto che mancava di energia e il risultato è quello che sappiamo, ma sappiamo anche che non appena il baricentro, centro di gravità del team in campo viene spostato 15-20 metri più avanti gli avversari di turno vengono schiacciati (anche ad Andria nel finale di match) e la pericolosità complessiva aumenta almeno del 30% con gli esterni difensivi già all’altezza dell’area avversaria e molto più movimento al limite della stessa, peccato che i tiri da fuori sembrano non essere nelle corde di questi giocatori.

Naturalmente ognuno fa il proprio mestiere, noi facciamo i tifosi, sostenitori del team, sempre e comunque anche se la delusione ha portato la Nord a chiedere un atto di sculicenzia (andare sotto la curva) che è apparso fuori luogo, in fondo i ragazzi si sono battuti, Di Cecco e Bergamelli in testa e il gesto di umiltà sarebbe opportuno venisse da chi dirige la baracca dal punto di vista tecnico e riconoscere che insistere su certe scelte pseudo-coerenti può tracimare in ottusità, come nel caso di Bastianoni che solo il furor di popolo e le papere hanno potuto rimuovere..o come insistere su Scarsella, che non si è visto né ad Andria e neanche con il Monopoli. Perché, cosa ha questo ragazzo?

Non dubito che Mister Pancaro sia grande lavoratore e fratello maggiore dei suoi ragazzi che difende ad oltranza sempre con orgoglio e rispetto, ma lo dico per lui in primis, dovrebbe scrollarsi di dosso una staticità di agire e ascoltare di più la sua parte istintiva piuttosto che quella logico-razionale, per evitare a lui stesso l’epilogo triste di Castellammare di Stabia, dove dopo aver fatto bene non ha voluto ascoltare le voci di cambiamento necessarie rimettendoci il posto e imprintando la sua carriera in una direzione che le sue qualità morali e di serietà potrebbero proiettare verso successi come dice lui, importanti.

Ieri con noi c’era un amico inglese Gary, tifoso dello Stoke City, club della Premier inglese con il quale c’è un gemellaggio in corso, tanto per darci un tono da serie A. Mi chiedeva come mai la manovra fosse così lenta ed ossessivamente ripetitiva e con un software mi ha fatto vedere il calcolo del giro palla e del cambio di versante di gioco, risultato lento e prevedibile. Nella ripresa i dati del programma hanno vertiginosamente mostrato che la velocità complessiva era cresciuta e gli avversari non solo non superavano la metà campo ma indietreggiavano ammassandosi dentro l’area. Dopo il rigore fallito Gary ha spento il suo tablet e siamo andati a farci una birra, tanto freddo per nulla.

Noi non lasceremo mai il Catania senza il nostro apporto di spinta e affetto, anzi dobbiamo mettere in campo ancora più passione, aiutare la squadra a superare i suoi limiti e sperare che si capisca che solo la volontà di guardarsi dentro per migliorare, cambiando prospettiva tecnico-tattica, può offrirci scenari futuri più divertenti e soddisfacenti per tutti.