Equilibrio da ritrovare, meccanismi da perfezionare. Il Catania ha concluso il 2015 con una vittoria sonante al cospetto di una Paganese incerottata ed in piena emergenza defezioni ma, negli ultimi due mesi, ha riscontrato delle difficoltà dopo uno straordinario avvio di campionato. Un calo fisiologico dopo una preparazione estiva fatta in fretta e furia ed un organico allestito in tempi risicatissimi, rivoluzionato a seguito della retrocessione d’ufficio in Lega Pro.
In termini di risultati, finora, il Catania ha fatto benino se consideriamo i punti realmente acquisiti ed escludiamo la robusta penalizzazione inflitta. Al fine di un 2016 che possa orientare i rossoazzurri ad alzare l’asticella abbandonando, una volta per tutte, la zona calda della classifica, sarà importante che la macchina funzioni a pieno regime.
In questo senso il mercato cosiddetto di riparazione aiuterà ma, sul piano tattico, urge beneficiare di una maggiore solidità difensiva. Solidità che non deve esclusivamente tradursi nell’impermeabilità del reparto di difesa ma anche consentire al Catania di fortificare la manovra offensiva. Spesso, fino a questo momento, quando la squadra di Pancaro non ha preso gol l’attacco si è rivelato con le polveri bagnate e, al contrario, con gli attaccanti particolarmente prolifici la fase difensiva non ha dato il meglio di sè.
Equivoci di natura tattica che andranno risolti nel 2016. C’è chi sostiene che la migliore difesa sia l’attacco o viceversa. Due scuole di pensiero entrambi rispettabili ma, probabilmente, la vera soluzione sta nel mezzo. Quando una squadra, cioè, sa mettere in mostra una difesa granitica ed un attacco devastante attraverso sincronismi ben oliati ed un centrocampo che combini il giusto mix di qualità e quantità. E’ qui che il Catania può e deve migliorare per vivere un 2016 da assoluto protagonista della scena.