Tra una tombola, un brindisi e un panettone, è tempo di bilanci in casa Catania. Cerchiamo di riassumere con dei voti le pagelle del 2015 del Catania, a partire dagli ultimi 6 mesi di campionato di Serie B ai primi di Lega Pro passando per l’estate più torrida degli ultimi anni in casa rossoazzzurra. Ecco i voti della nostra redazione.
VOTO 0 – “I Treni del Gol”: Se l’estate 2015 passerà alla storia è per quanto successo alle pendici dell’Etna con il “malaffare” di compravendita di partite terminato con arresti, retrocessioni e penalizzazioni. Due stagioni compromesse dall’ex presidente Pulvirenti, reo di aver tentato la combine di alcune gare tramite l’intercessione di alcuni personaggi quali Delli Carri, Arbotti & co. Il tutto finito tragicamente tra tribunali, corti e pesanti punizioni. Il punto più basso della storia del Catania, non può che meritare il voto più basso del 2015, e non solo…
VOTO 1 – La gestione Cosentino: Se è vero che l’estate ha portato al Catania la liberazione di un fardello trascinato per 2 anni, è anche vero che i primi mesi dell’anno sono stati condotti sotto la gestione dell’argentino. Scelte mai azzeccate, da quella dell’allenatore a quella del preparatore, cacciato e rimpiazzato, nel momento sbagliato. Non riesce mai ad essere una figura di spessore nel club, tranne in quelle rare volte in cui si presenta in conferenza stampa per insultare i giornalisti seduti di fronte al suo trono autorevole.
VOTO 2 – Ventrone: Meglio con la “s” davanti, tosto che senza. Dal potere di bucare le ruote delle auto solo attraversando le strisce pedonali, Ventrone è stato uno dei mali in casa Catania. Il suo cambio arriva tardivamente, quando ormai la stagione è compromessa ed è impossibile riprogrammare una preparazione atletica. Metodi antichi, inefficaci e presuntuosi. Litiga con tutti i tecnici passati a Torre del Grifo, non gode della stima della squadra, dei tifosi e forse proprio di nessuno eccetto che Cosentino. Dopo Frosinone, la sua testa è servita, ma ormai la rivoluzione è persa.
VOTO 3 – Il Mercato di Gennaio: Anche qui si parla di rivoluzione. Cambiano 9/11 della formazione titolare con gli arrivi di Maniero, Del Prete, Belmonte, Coppola, Schiavi, Ceccarelli, Gillet, Mazzotta e Sciaudone. Il Catania cambia volto e i risultati non migliorano, anzi… Inutili altri commenti, basterebbe sfogliare un almanacco per non trovare note positive o di rilievo sui calciatori passati a gennaio sotto le pendici del vulcano.
VOTO 4 – Marcolin: Accolto all’aeroporto di Fontanarossa come il salvatore della patria, partito via da Catania senza lode dopo 6 mesi. 7 sconfitte, 7 pareggi e 7 vittorie, di cui 5 “sospette”. Un bilancio impietoso per un Catania che doveva e poteva puntare alla promozione con 6 mesi a disposizione. Non riesce mai a mettere in pratica un’idea di calcio, concreta e vincente, snaturando posizioni, cambiando uomini e alla fine perdendo il posto, al di là dello scandalo estivo.
VOTO 5 – La gestione dei giovani: Partendo da Parisi e Odjer, passando per Di Grazia e Rossetti per finire tra i guantoni di Ficara. Nessuno di essi valorizzato a dovere. Tutti dalle grandi potenzialità, ma aspettare all’infinito è impossibile. Schierati spesso per necessità, ma mai dotati della giusta fiducia per essere messi nelle condizioni migliori di potersi esprimere. Se è vero che Parisi è stato designato capitano in estate, ora la fascia su che braccio sta? Il Catania aveva davvero la la necessità di prendere Garufo? Perché Odjer non lo si è provato a trattenere? Perché Rossetti e Di Grazia giocano con il contagocce rischiando così di mettere strani pensieri in testa, pensieri di andar via per giocare? Misteri di Torre del Grifo, fornace sì di talenti, ma in grado di gestirli al meglio?
VOTO 6 – Abodi: esclusivamente per provocazione più che per reale sufficienza. Il buon presidente della Lega di Serie B, tanto bravo a coccolarsi Pulvirenti da vedere le partite del Catania a braccetto con il suo beniamino, portatore di un notevole bacino di utenza, quanto da dimenticarsi della fraterna amicizia con lo scandalo estivo. Catania da punire, e tutti gli altri? Caro Presidente, forse la memoria è troppo corta…
VOTO 7 – Pancaro: Uomo vero. Capace di sobbarcarsi questa patata bollente quando nessuno avrebbe potuto. Annienta subito la penalizzazione, conquistando 27 punti sul campo. Ha il compito di formare un gruppo a ridosso di settembre e senza margini di errori. Lavoro svolto in maniera quasi impeccabile, ma chiedere di più oggettivamente era difficile, senza dimenticare i fasti di un’estate impeccabile. L’augurio e i sogni dei tifosi è che a fine anno il voto sia 9 o 10, perché avrebbe il sapore dell’impresa.
VOTO 8 – Il mercato estivo: assolutamente non facile da fare, con una realtà svalutata, come una vecchia macchina ormai malandata. La dirigenza etnea è stata brava a ingaggiare quei tasselli necessari a creare un gruppo che avesse qualità e ci è riuscita coi controfiocchi. Calil, Nunzella, Calderini, Castiglia, Pelagatti, Bergamelli, Russotto, Falcone, Musacci, Agazzi e se ne potrebbero nominare altri, a parte qualche gara di appannaggio tutti con qualcosa in più rispetto ad una categoria che lascia poco spazio alle qualità e molto alla fisicità.
VOTO 9 – Bonanno, Ferrigno e Pitino: anche loro come Pancaro lodevoli di coraggio nel tornare a Catania da salvatori della patria e bravi nel far mercato in maniera intelligente. Se non fosse stato per il loro intervento non sappiamo dove e cosa ne sarebbe oggi del Catania. Hanno vinto la loro scommessa e tutta Catania, finora, ne gode. Da loro si può ripartire anche in futuro, al di là dell’eventuale cambio di proprietà del club.
Voto 10 – Tifosi: gli unici a non mollare nulla. Unici in Italia probabilmente. Lodevoli a prendere le distanze dai mali del calcio di oggi e ancor di più nel dimostrare attaccamento ad una maglia che ha disperatamente bisogno di loro. La media del 2015 è superiore ai 10 mila al Massimino con record stagionali nelle gare di Lega Pro che da altre parti possono solo immaginare. Se Catania oggi è ancora viva, molto lo si deve a loro, e il migliore augurio per questo 2016 è la speranza che questo calore non smetta mai di riscaldare una realtà che ha di fronte a sé una strada lunga da dover percorrere, insieme al suo pubblico…
Bella e completa questa classifica, giusto sottolineare la fede dei tifosi vero centro di gravità in questo sciagurato anno, speriamo che questo centro si installi nel nostro centrocampo in modo permanente allora sì che le cose cambieranno.
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