Volge al termine un 2015 ricco di ostacoli per il Catania, di difficoltà e problemi incontrati lungo il percorso. Professionalmente non è stato un anno solare edificante neanche per il dirigente rossoazzurro Giuseppe Bonanno. A Catania ha vissuto annate importanti in una città che gli ha regalato tanto. Spesso, in questi lunghi anni, ha lavorato dietro le quinte. Proprio perchè non gradisce i riflettori puntati addosso e preferisce fare parlare i fatti.
Fatti che, ad un certo punto, sono stati oggetto di discussione all’interno della società dell’Elefante ed hanno prodotto un esito inaspettato: l’allontanamento dai quadri societari per precisa scelta della proprietà che, inizialmente, ha rimpiazzato Bonanno affidando l’incarico dirigenziale a Daniele Delli Carri. Inutile negare che Bonanno non la prese bene, essendo molto legato alla città ed al territorio.
Lui che per tanto tempo ha contribuito a scrivere importanti pagine di storia ai piedi dell’Etna. Poi, gli sviluppi della spinosa inchiesta “I Treni del Gol”, hanno suggerito alla stessa proprietà che, precedentemente, lo aveva escluso dal progetto di ritornare in auge. In un momento di profonda difficoltà, con l’iscrizione al campionato da perfezionare e l’inizio dei guai giudiziari, il dirigente ha accettato la proposta di fare ritorno a Catania rimboccandosi le maniche e mettendosi subito al lavoro per azzerare tutto e rilanciare le sorti del club.
Attualmente ricopre l’importante incarico di Direttore Generale. Un ruolo che comporta mille responsabilità e non semplice da ricoprire, facendo da collante tra area tecnica e dirigenza. Il 2015 gli ha restituito quel che aveva perso nei mesi scorsi, come una sorta di rivincita per dimostrare di essere tuttora un validissimo dirigente. Migliore di chi, in questi anni, ha contribuito in misura decisiva ad affondare il Catania.