L’ex rossoazzurro Carlo Borghi ai microfoni di Radio Studio Italia
Giovedì pomeriggio, nel corso della trasmissione Universo RossoAzzurro condotta da Igor Pagano in collaborazione con TuttoCalcioCatania, è intervenuto l’ex calciatore del Catania, Carlo Borghi. Occasione gradita per ricordare, in particolare, la sua indimenticata esperienza ai piedi dell’Etna.
Hai iniziato ed ultimato la carriera nel Grosseto, maturando tante presenze con la maglia del Catania. Un tuo ricordo dell’indimenticabile promozione rossoazzurra con te protagonista ed anche del grandissimo Angelo Massimino…
“Appunto venivo dal Grosseto e poi la mia prima esperienza fuori da casa fu a Catania. Un’esperienza culminata con la promozione in Serie B, attesa ai piedi dell’Etna già da diversi anni. Ebbi la fortuna di conoscere la grande figura del presidente Massimino che nel mio periodo di permanenza mi ha voluto sinceramente molto bene. Ricordo con tanto affetto le migliaia di persone che la domenica venivano allo stadio ad incitarci. La cosa che probabilmente mi appassionò più di tutte, provenendo da una realtà come Grosseto, fu quando tornammo a Catania dal ritiro ed allo stadio erano presenti in 7-8000 persone a vedere la nuova squadra. Abituato a Grosseto a vederne 1500-2000 ad assistere alla partita domenicale, questo aspetto mi rimase molto ben impresso”.
Tu e Braglia vi scambiavate sempre i numeri di maglia, rispettivamente il 9 ed il 10. Però credo che tu in carriera abbia indossato quasi sempre il 9…
“Si, la mia maglia era la numero 9. Sinceramente non mi ricordo quell’episodio a cui facevate riferimento, però sarà stato di sicuro un fatto casuale. Leggendo i commenti su Facebook dei miei tanti amici, sapevo che il Catania non sarebbe stato abbandonato. Ci sono stati dei problemi con la dirigenza, però in ogni caso ero certo che sarebbe stato salvaguardato anche in Serie D perché, in fin dei conti, ciò che conta è la maglia, al di là della categoria”.
Un gol importante lo segnasti nella stagione ‘87/88 in occasione di uno spareggio per evitare la retrocessione in C2. In quell’occasione erano davvero tanti i tifosi rossoazzurri in trasferta a sostenervi
“Certo che me lo ricordo. Dopo un’annata non positiva, ci trovammo a giocare a Cosenza contro la Nocerina un importante spareggio salvezza. Segnammo io e Marini. Nonostante quel campionato non fosse stato certamente eccelso, il tifoso catanese non si è mai tirato indietro. E’ sempre stato vicino alla squadra, specialmente in determinati momenti. Questa è una caratteristica insita nel dna dei tifosi rossoazzurri, dimostrata anche in occasione dell’ultima nota vicenda”.
Non so se stai seguendo attualmente le partite del Catania…
“Principalmente seguo le vicende sportive del Catania attraverso i giornali. Poi mi tengo abbastanza aggiornato con gli amici su Facebook e leggo le principali notizie”.
Ci sono anche ulteriori ricordi delle stagioni in rossoazzurro che ti sono rimasti impressi?
Catania fa parte a tutti gli effetti della mia carriera calcistica dove ho trascorso 6 anni. Mi riempie d’orgoglio, inoltre, avere indossato la fascia da capitano in questa squadra. Forse il ricordo più bello è stato proprio questo perché il ruolo di capitano prevede delle responsabilità, significa esserlo stato designato, accettato dalla società e dai compagni. In più i tifosi ti identificano come il calciatore più importante, anche fuori dal campo in termini di gestione dello spogliatoio”.
Il gol a cui più sei legato con la maglia rossoazzurra?
“Chiaramente quello di cui abbiamo parlato prima, ovvero in occasione dello spareggio perché voleva dire molto per noi e la società. Un gol importante che ci ha consentito di centrare la salvezza”.
Di cosa si occupa attualmente Carlo Borghi?
“Adesso gestisco un agriturismo. Vivo in campagna ed abito in prossimità del mare. Sono uscito completamente fuori dal mondo del calcio e una volta smesso mi sono dedicato a questa mia attività”.