A Sud Tirol un modello di gestione con soci ed azionariato popolare che funziona
Numerose squadre non iscritte e tante difficoltà a “sopravvivere” nel campionato di Lega Pro, categoria nella quale esistono, tuttavia, anche esempi di gestioni societarie virtuosi. Vale la pena spendere particolari parole d’elogio per il Sud Tirol, un club che rappresenta una delle rare eccezioni nel panorama calcistico italiano della terza serie e costituisce una struttura societaria che ricorda quella del Barcellona.
Una proprietà diffusa, non un proprietario ma 30 soci che si dividono il 90% delle quote societarie (ma il più grande detiene appena il 25). In più c’è un 10% nella mani di un azionariato popolare, 500 bolzanini che pagano 50 euro l’anno e sostengono economicamente le spese del campionato. Negli anni la società in questione, dal 1995 in poi, ha iniziato ad avanzare in modo inarrestabile. Promozione, Eccellenza, Dilettanti.
Nel 2000 il trasferimento del titolo sportivo da Bressanone a Bolzano e la C2 mai abbandonata fino al 2010, quando arriva la promozione in Prima Divisione. Risultati ottenuti e mai guai finanziari per una società che ha sempre supportato l’importanza di gestire un massimale per lo stipendio dei calciatori senza fare un passo più lungo della gamba. Con serietà, competenza e tanti giovani giocatori alla base. A conferma che si può fare calcio anche senza grossi investimenti e con tanta passione.