L’ex dirigente rossoazzurro Sergio Gasparin sul caso Catania
Nei giorni scorsi abbiamo sottolineato l’impatto negativo sul Catania che ha avuto la fine dell’avventura di Sergio Gasparin ai piedi dell’Etna nel 2013. Proprio il dirigente di Schio è intervenuto ai microfoni di Sport Italia soffermandosi sull’inchiesta catanese ‘I treni del gol’:
“Ho vissuto un anno straordinario a Catania. Per i risultati sportivi importantissimi che non si possono dimenticare, ma anche per i rapporti sul piano umano, della stima e dell’affetto venutisi a creare con un’intera città. Vedere quanto accaduto con la retrocessione in B e questa tribolata annata nella cadetteria che, purtroppo, ha avuto un’appendice che tutti conosciamo, è una situazione che affronto con grande amarezza e dispiacere. Anche per chi sono i protagonisti della vicenda”.
“Da un lato la mente va a quello che poteva essere e purtroppo non è stato, dall’altra provo anche solidarietà nei confronti del Presidente che si è dichiarato colpevole di una vicenda che col calcio non ha nulla a che spartire”.
“Dobbiamo recuperare credibilità, fiducia ed apprezzamento da parte di tutti i tifosi, non soltanto quelli di Catania, straordinari nel supportare la squadra ma che, purtroppo, hanno vissuto una pagina estremamente amara”.
“Le ultime regole sui ripescaggi hanno dato grande importanza alla storia del club e del bacino d’utenza. In questo senso Catania rappresenta un valore straordinario per il calcio italiano, fondamentale da salvaguardare. Credo che una retrocessione in Lega Pro con penalizzazione sia più che sufficiente”.
“Portare il Catania nei dilettanti? Avrebbe l’effetto di svincolare tutti i giocatori, sarebbe una perdita patrimoniale ingentissima per il club. La città, i tifosi, la società tutta per quello che ha fatto in questi anni meritano un punto di ripartenza che non sia più basso della Lega Pro”.