Marisa Grasso, vedova di Filippo Raciti, intervistata da Rai News
Nel corso di un’intervista rilasciata a Rai News, Marisa Grasso, vedova dell’Ispettore di Polizia Filippo Raciti si sofferma sull’argomento sempre attuale della violenza negli stadi:
“Dal 2007 il calcio è cambiato poco. C’è una consapevolezza maggiore della violenza, le morti però ci sono e non vorrei che ci fossero altri uomini in divisa a morire e tutti possano andare a vedere una partita di calcio sani e salvi. Gare a porte chiuse soluzione possibile? Sicuramente. La vita è una e va tutelata, sia che appartenga ad un poliziotto sia che appartenga ad un tifoso. E bisogna tutelarla da questi terroristi da stadio”.
“Si permette sempre al violento di fare quello che vuole. E’ da trent’anni che si parla del modello inglese ma poi non viene adottato. Gli altri paesi riescono a contenere il problema anche culturalmente mentre noi in Italia subiamo. Siamo abituati a questa sottocultura. Mio marito era fiducioso che le cose sarebbero cambiate”.
“Mi ricordo la sera prima del 2 febbraio, tornavamo a casa e io ero preoccupata perché avevo sentito che questa partita era a rischio, lui mi diceva ‘le cose cambieranno quando ci sarà un morto, una vittima tra la polizia o tra i carabinieri’. Senza sapere che poi il morto sarebbe stato lui. A distanza di 8 anni, vedere che le cose sono cambiate poco, mi amareggia, mi terrorizza realmente”.
“Cos’ho pensato quando l’avvocato di Speziale mi ha querelato? Inevitabilmente mi sono ritrovata a dovermi relazionare con questa famiglia che invece di rispettare il dolore e abbassare gli occhi, ha continuato ad esprimere ciò che è. Mi dispiace molto continuare a subire. Giro l’Italia per continuare a difendere i valori che mio marito ha difeso con la vita”.