Osuji e Odjer se la sono giocata ad armi pari, ma pesa l’espulsione del secondo nella valutazione
Wilfred Chinoye Osuji da una parte, Moses Odjer dall’altra. Nigeriano classe 1990 il primo, ghanese del ’96 il secondo. Giovedì sera allo stadio Franco Ossola si sono dati sportivamente battaglia nella speranza di contribuire all’ottenimento di un risultato importante per la propria squadra. Al termine dei 90’ ha sorriso il Catania di Odjer, vittorioso con un netto 0-3 ai danni del malcapitato Varese di Osuji.
Analizzando la prestazione dei diretti interessati, tuttavia, ci accorgiamo che il confronto è stato in sostanziale equilibrio. Osuji, che Marcolin ha allenato nella passata stagione durante l’esperienza vissuta sulla panchina del Padova, è stato uno dei pochi calciatori più vivaci della formazione varesina. Anche Odjer ben si è comportato, abbinando qualità e quantità in mezzo al campo con il pieno di grinta e dinamismo. Probabilmente il giovane centrocampista del Catania si è rivelato in assoluto tra i migliori sul rettangolo di gioco, ma pesano i due cartellini gialli ricevuti.
Evitabile il primo, attraverso cui Odjer commette fallo proprio su Osuji. Incomprensibile il secondo, fermando fallosamente Zecchin nel corso della ripresa. Ovviamente l’arbitro Manganiello non ha esitato ad estrarre il cartellino rosso punendo l’ingenuità del calciatore rossoazzurro. Macchiata una buona performance, mentre Osuji si è mantenuto pressoché costante nell’arco dei 90 minuti meritando la sufficienza piena in pagella. Sul campo il Catania si è imposto sul Varese, ma il confronto individuale tra i due africani, in sostanza, non ha visto prevalere nessuno dei due.