Il Catania ritrova gioco di squadra e capacità di sfruttare il potenziale del collettivo
Vince e convince il Catania sceso in campo allo stadio Franco Ossola di Varese. Il primo successo esterno stagionale è stato ottenuto meritatamente, concedendo pochissimo ad un avversario che praticamente non ha mai impensierito l’estremo difensore Terracciano, anche se nella prima mezz’ora ha dato filo da torcere agli etnei. La formazione guidata da Dario Marcolin, pur non costruendo un numero particolarmente elevato di occasioni per andare a segno, è riuscita a perforare la difesa varesina con relativa facilità.
Sicuramente la retroguardia biancorossa ha evidenziato tutti i suoi limiti, ma va detto che gli attaccanti rossoazzurri hanno garantito imprevedibilità alla manovra offensiva, con giocate veloci ed avvolgenti atte a disorientare gli avversari con tempismo perfetto, cinismo e qualità. Doti che il Catania raramente ha messo in mostra in questo campionato. E’ venuto fuori il barrito dell’Elefante ma, soprattutto, la forza del collettivo.
Innumerevoli volte, nel corso della stagione, attraverso le nostre pagine ci si è chiesti per quale motivo il Catania non giocasse da squadra. Spesso ci eravamo abituati ad assistere a giocate individuali che mal si conciliavano con quanto richiesto dalla Serie B. Un campionato fatto principalmente di corsa, cuore, grinta e spirito di sacrificio collettivo. Giovedì sera il Catania ha saputo interpretare al meglio le fasi dell’incontro, colpendo al momento giusto e difendendo quando necessario.
Un Catania propositivo ma anche attento, “operaio”, mentalmente efficace ed equilibrato, capace di mantenere il possesso palla con personalità. A conferma che, evidentemente, le vittorie aiutano a ritrovare fiducia ed autostima. E’ così che il Catania dovrà proseguire il percorso nelle prossime “finali” da giocare e sudare. Scendendo in campo sempre ragionando da squadra, pensando attraverso un collettivo vincente, determinato abbastanza per chiudere in bellezza la stagione.